( . . . )Un sacco di anni passati in quella scuola, i 18 anni compiuti da poco e una maturità nascosta in qualche angolino del suo animo tormentato, gli esami che si stanno avvicinando: Jez vuole godersi l'ultimo anno di liceo senza fare nulla di che, senza impegnarsi, perché si è stancato di tutto. Stancato dei prof che "signora, suo figlio è intelligente ma non si applica", stancato dei compagni di classe che non hanno ancora capito che per lui è difficile capire se questa è una b o una d, una q o una p, e tante altre cose (dannata dislessia), stancato anche del bidello che lo sorveglia tutte le volte che finisce in punizione. Non è cambiato nulla negli anni, e non è cambiato nulla nemmeno in quei momenti.
Anzi, qualcosa è mutato: anche qualcun altro è arrivato nella piccola classe, decidendo di accomodarsi proprio nel banchetto accanto al suo.