DAL CAPITOLO 27 Il pensiero delle stagioni mi fece pensare: infondo eravamo come la primavera, dolce e soleggiata un giorno e tempestosa e piovosa il secondo. Eravamo imprevedibili, nessuno sapeva cosa avremmo potuto fare fino al momento in cui ciò non accadeva, nemmeno noi lo sapevamo. Prendevamo una decisione per ricambiarla altre mille volte. Eravamo incredibilmente instabili. Ero instabile. Ciò che stavo vivendo era instabile. Eppure io in quella instabilità avevo trovato la mia stabilità.