"Le persone che si sognano di notte bisognerebbe chiamarle la mattina, la vita sarebbe più facile." Quando quella mattina alle cinque e mezza il libanese lo chiama Federico non rimane impreparato come in tutti questi mesi, è visibilmente nervoso ma cerca di non farlo notare al cantante. Parlano del più e del meno, come da quando questa bizzarra abitudine è cominciata; è giovedì e non ci sarebbe neanche stato bisogno della telefonata perché nel pomeriggio si sarebbero visti per le ultime prove pre-live e l'avrebbe potuto fare dal vivo. Si affaccia fuori dalla finestra e vede un raggio di sole tiepido, più unico che raro per essere Milano ad inizio Dicembre. «Il cielo è bianco oggi» «Ma le nuvole sono nere» Federico sente il telefono riattaccare e va bene così.