Nemmeno diciotto anni, un documento falso, occhi glaciali, viso e corpo ricoperti da lentiggini , un'identità nascosta persino a se stessa.
Lise Boew non ha più paura di essere ferita, pensa che avendo superato il temporale, la pioggia non sarà più in grado di scalfirla.
Il coraggio di scappare dal proprio continente, la speranza che, salendo su quell'aereo, il suo passato possa dissolversi tra le nuvole, la consapevolezza che non sarà così, che quel passato la seguirà in capo al mondo, distruggendola pian piano, sempre di più.
Già in California da qualche mese, l'ultimo anno prima del College in un ambiente nuovo si rivela piuttosto catastrofico, nonostante la borsa di studio, ragione per la quale riesce ad essere accettata con tanta facilità già in diverse università locali.
Lise conosce il rischio della scommessa ma, in un altro continente, pensa di poter provare un un'ultima volta l'ebbrezza dell'azzardo.
Ma è quando incontra Riley, matricola dell'Università proprio di fronte al liceo che frequenta, che capisce di aver sbagliato fin dall'inizio.
Un volto familiare, ma non abbastanza da essere ricollegato alla persona giusta, ma indubbiamente la persona più sbagliata che potesse incontrare proprio quando sperava che fosse finita.
Una scommessa di troppo e Lise si ritrova ad essere la prima giocatrice nella squadra di calcio dell'Università, capitanata da Riley, ma supervisionata dalla stessa preside del liceo di Lise, accanita femminista che le dà la possibilità di mettersi in gioco come nessuno prima di lei.
Lise non vuole avere nulla a che fare con Riley, sa già che è il ragazzo sbagliato per combattere la sua battaglia, sa già che insieme cadranno, che non potranno reggersi allo stesso ramo, che il peso è fin troppo per sostenere entrambi.
Ma quando scoprirà che non è più solo la sua battaglia, capirà anche che il temporale non era nulla.
Che adesso è la volta della tempesta.