Non c'era niente da fare a Whitecross. Non c'era niente di niente laggiù, tranne un centro commerciale e un pugno di case sparse, un benzinaio, una rivendita di alcolici, un negozio di alimentari. La scuola elementare aveva chiuso due anni prima. I campi in fondo al viale che passa accanto alla Chiesa erano stati venduti per farci delle case nuove, ma non ne era stata costruita nemmeno una. Perciò c'erano gli stessi campi di prima, con l'unica differenza che adesso non ci giocava più nessuno. La strada principale che attraversa il centro abitato proprio nel punto in cui Mia e i suoi amici aspettavano l'autobus che li portava a scuola, ad Ashton. A primavera invece, per terra si trovavano gli uccellini neonati caduti dai nidi e ridotto a una poltiglia rosa. D'estate le piante si ricoprivano di fiori giallo chiaro e l'aria profumata pullulava di insetti. Dalla casa di Mia, in Church Lane, si poteva arrivare a piedi fino al mare, ma non quel genere di mare dove la gente va in vacanza, no. Solo una lunga striscia di ciottoli e, quando c'era la bassa marea, una distesa di sabbia fangosa. Era un mare troppo basso per poterci nuotare, denso di alghe puzzolenti. Sulla striscia di ciottoli la marea lasciava una scia di bottiglie e rifiuti di plastica, corde sfilacciate e scarpe vecchie; solo ogni tanto si trovavano anche delle sparute conchiglie o il fragile teschio di un uccello marino ripulito dalle onde. Al di sopra di tutto questo, si stendeva il cielo, una vasta cupola azzurro chiaro o grigio o bianco latte, risuonante delle grida acute dei gabbiani. Nel cuore dell'estate i rondoni sfrecciavano e scendevano in picchiata con le ali spiegate a forma di mezzaluna e i loro richiami striduli si rincorrevano fino a che non calava la notte.