E lei era bella, come la luna.
Il suo nome suonava come un sussurro, quando lo pronunciava lei, avevo quasi paura che il vento lo portasse via. Mia. Una stella ormai distante. Una bellissima Dea. La mia luna.
Lei era la ragazza più bella e intelligente che conoscessi.
Lei non era una mia amica, nemmeno la mia ragazza, le persone spesso ci chiamavano lesbiche, perché credevano fossimo fidanzate, in realtà non eravamo lesbiche, eravamo Sophie e Mia, due persone. Lei mi ha insegnato ad odiare le etichettature, non ci piace essere chiamate lesbiche, etero, a lei non piaceva neppure che le dicessi che era bella, ma non resistevo mai, quando mi guardava, il viso piccolo e magro, occhi profondi,scuri, un po' troppo, mi ci perdevo, a volte sembrava che la fissavo, a volte era così.
Ricordo ancora bene il nostro primo incontro; capì subito che lei era diversa, era lì, silenziosa insieme a quelli che chiamava persone, persone che, come mi raccontava lei, si etichettavano a vicenda come amici.
Questa mania. Ogni cosa per lei era un' etichettatura, ed io ho sempre provato ad interpretarla.
Forse era paura di essere giudicata? Non lo so. Ogni volta che provavo a parlargliene lei mi diceva che le domande erano frutto di insicurezza, che non dovevo preoccuparmi per lei.
Per questo non mi sono mai preoccupata troppo, avevo paura di cambiarla, e anche se penserete che lei fosse una musona, oh no no. Avete mal interpretato il "riflessivo" esatto, io di sicuro non le stavo accanto perché era noiosa o sciatta, ma proprio perché non lo era. Era la ragazza più intelligente del mondo e sì, etichettature a parte, era anche la più bella.
- «Cosa vuoi da me?» sussurro, con la bile in gola. Lo guardo negli occhi, sono due pozzi profondi e bui, indecifrabili.
Tremo e lui respira sulla mia bocca prima di prendermi il labbro inferiore tra i denti e tirarlo fuori. Il petto si abbassa e alza così velocemente, mi manca l'aria, credo di poter morire dalla paura.
Con le mani accarezza le mie braccia, lentamente e sensualmente facendomi ansimare. Infila le dita tra le mie ammanettate al letto. Lascia il mio labbro mentre io prego tutti gli dei affinché mi liberi e mi faccia tornare a casa, dai miei fratelli, al sicuro.
Infila inaspettatamente la lingua nella mia bocca e io spalanco gli occhi per poi iniziare a dimenarmi, ma più piango e cerco di staccarmi, più lui mi stringe le mani e mi morde la lingua facendomi sanguinare e lasciandomi in bocca un sapore metallico.
Quando finalmente si stacca dalle mie labbra, ormai sto piangendo a singhiozzi e ho meno fiato di prima. Mi guarda dritto negli occhi, si lecca le labbra e si riavvicina con un'espressione che mi fa accapponare la pelle.
«Vendicarmi.» risponde.-
"Non sarà il demone a scegliere voi, sarete voi a scegliere il vostro demone."
-Platone
ATTENZIONE: SCENE VIOLENTE, TEMATICHE DELICATE, SESSO ESPLICITO E LINGUAGGIO VOLGARE.
(Questa fanfiction è una riscrittura di una mia precedente storia pubblicata su efp con il profilo di Sarah_00)
#3 in #zaynmalik
#1 in #het