Tutti siamo stati bambini. E anche se guardando il sabato sera su 'italia Uno' (forse per la centesima volta) "Matilda sei mitica" ci siamo chiesti se lo fosse stata anche la Trinciabue, desolato di annunciare che, anche in questo caso, la risposta è "sì". Anche Dante Alighieri è stato un bambino. Anche Dante ha conosciuto l'amore e ci ha scritto un libro, proprio come a volte cerchiamo di fare noi. Ha scritto un libro, ma il suo è bellissimo, un capolavoro. Si chiama "Vita Nova". E fa piangere, e fa commuovere e fa capire cosa si prova nel momento esatto in cui l'amore colpisce i nostri occhi e ci lascia paralizzati. Dante era un genio, e a scuola non ce lo fanno apprezzare abbastanza, ci sembra solo un "mattone" che va studiato, letto e non capito. Tanto a che serve sapere Dante se poi nella vita pratica non lo uso mai? Ci sbagliamo. Va apprezzato e letto per cultura personale, perché la sua storia parla di un ragazzo che non fa i conti con il destino e un giorno incontra la sua anima gemella. Incontra Beatrice, e come tutti i ragazzi si confida e ne parla con il suo migliore amico; la sogna di notte, e quando la vede a una festa si sente svenire e non riesce a parlarle, tanto che, passa per il nerd sfigato di turno e viene preso in giro. E lei quando lo incontra non lo saluta. Lei è troppo bella (e diciamolo, è proprio figa), non può rovinare così la sua reputazione. Non ci credete? Leggete "Vita Nova". Oppure, se vi va, fermatevi un attimo e provate a leggere "Storia di una vita". Il mio personale omaggio a un poeta che tanto ho apprezzato, e che ho cercato di immaginarmi da adolescente, trasportato nel ventunesimo secolo.
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