Ma ad un tratto, in cima alle scale, la giovane, scorse uno sguardo freddo puntato su di lei. Un ragazzo, un meraviglioso ragazzo, la stava fissando in modo rude. Che strano. Claire non le aveva accennato di un figlio. Inoltre, il dio in cima alle scale, non sembrava così entusiasto di vederla.
"Oh caro, eccoti qua. Capiti giusto in tempo. Guarda chi è arrivata!" esclamò la sua nuova madre indicando Lara.
Il ragazzo non fiatò, anzi, il suo sguardo divenne ancora più gelido; e la povera Lara, a quella vista, non poté fare a meno di sentirsi a disagio.
"Austin, forza. Saluta tua sorella" insistette la signora Mahone.
Il ragazzo, non osava fiatare, si limitò solo a fare un saluto alzando la mano, per poi sparire tra le immense stanze della villa.
Se dovessero chiedere a Ginevra di parlare del destino, molto probabilmente userebbe come esempio lei e Kenan.
Parlerebbe di come il suo telefono, cadendo a terra quella sera allo Juventus Stadium, le avesse fatto incrociare gli occhi brillanti del giovane.
E ancora, citerebbe della notte in cui si era ritrovata ad aiutarlo con una gomma dell'auto bucata.
Tutto ciò senza mai averlo visto prima. Nessuno dei due fino a quel momento sapeva uno dell'esistenza dell'altro.
Per Ginevra quello, era destino.