Una cosa lui l'aveva capita: lei era fuoco, incendio imprevisto, pazzia, forza, ribellione. Lei era tempesta, acqua del mare d'inverno, sfumature infinite, tramonti accesi, candela che brucia, fulmini e passioni. E poi ancora strada che ti porta a casa, mani da bambina, occhi carichi di promesse, risate e lacrime seppellite fin dentro le ossa. Profumo di gelsomini, capelli al vento, vita, vita e sempre più vita che ti pulsa nelle vene, irrefrenabile. La fine della ragione, dolore, uragano, rabbia, radici forti di quercia, strega e santa, maledetta, indecisione e fermezza, testarda e sprezzante, fiera e vulnerabile. Lei era cicatrici. Ma soprattutto, più di qualsiasi altra cosa, lei era lo sguardo che lo oltrepassava e gli leggeva dentro. E quello sguardo, ve lo giuro, quello sguardo sarebbe stato troppo da sorreggere, per qualunque uomo. Tranne per lui.
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