TRAMA
/NARRA TINI
Avete mai avuto un colpo di fulmine? A me è successo, e vi assicuro che non scorderò mai quel momento, potessi campare un milione di anni. Mi è capitato negli stessi giorni in cui ho fatto le prove per la gara di macchine da corsa. Ma andiamo con ordine. Mi chiamo Martina Stoessel per gli amici Tini, ho 19 anni, e i miei sono proprietari di un prestigioso hotel nel centro di Buenos Aries che gestiscono assieme. Mia madre si chiama Mariana. Direi che è ancora una bella donna e dimostra meno dei suoi anni, anche perché ci tiene a essere sempre in ordine. Mio padre Alejandro invece, bè, è un po' più vecchio di lei, ma sembra che non se ne ricordi proprio. Gli piace fare il ragazzino, e mi viene di seppellirmi quando si mette a raccontare barzellette alle mie amiche; che per giunta non fanno ridere. L'unica che mi faceva ridere ancora è Mercedes, la migliore amica che si potesse desiderare. Eravamo insieme alla scuola elementare e ci piaceva raccontare che eravamo sorelle, anche se non potevamo essere più diverse. Io avevo capelli lunghi e scuri, gli occhi nocciola, la pelle abbronzata, lei invece aveva capelli ondulati e biondi miele e gli occhi marroni, la sua pelle chiara, ed era sempre di buon umore.
/NARRA JORGE
Mi chiamo Jorge Blanco, 20 anni e sono un ragazzo dal carattere tosto e impulsivo, e ho un passato orribile da dimenticare. Dal preciso giorno dove stavo gareggiando la gara al Grand Prix al Messico, dove sono stato squalificato alla gara per colpa mia ho causato l'incidente del mio compagno, e per giunta in più non lo soccorso. E da quel dannato giorno sono stato bannato a vita alle gare di macchine sportive.
CONTINUA.....
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.