Ero all'hotel,il mio hotel.
Continuava ad urlare,erano urla piene di dolore e paura,le urla cessarono con una pugnalata al petto e così cessò pure il dolore.
Guardavo il corpo inerme di quello che ne era rimasto di una giovane donna nel fiore della sua adolescenza,aveva appena sedici anni,aveva in volto un'espressione di dolore e odio,un odio profondo verso il suo assassino che l'aveva ammaliata con il suo solito sorriso sghembo e loquace,quei suoi modi da ingannatore come era solito fare che oramai aveva imparato a memoria.Chiudeva i suoi sentimenti in reparto del suo cervello e non pensava alla vita che stava per portare via alla giovane ragazza,alla famiglia piena di dolore per la morte prematura dell'amata figlia,non pensava non pensava a niente,pensava solo al piacere che avrebbe fatto ucciderla squarciarle la carne,affondare il coltellino in profondità nella pancia e dimenticare delle urla,del mondo schifoso che lo circondava e dei suoi sentimenti che poco prima aveva chiuso in un reparto speciale del suo cervello.
Aveva il sorriso stampato in volto,fiero dell'opera d'arte che aveva realizzato di ogni minima cicatrice fatta apposta per lasciare il suo marchio su ogni vittima,proprio sull'interno coscia,dove aveva sofferto di più.
[Linguaggio abbastanza forte.]