«A cosa stai pensando?» la bimba al suo fianco lo riportò alla realtà. Quel pensiero triste s'infranse. Quasi ebbe paura che se ne sentisse il rumore. «Niente, davvero.» sussurrò arruffandogli i capelli. Il fatto è che non riusciva a mentire agli occhi della ragazzina. Non ne era capace, e la bocca tirata, il sopracciglio inarcato dell'altro, ne erano la prova. «Lo sai che non me la bevo, vero?» lo canzonò, guardandolo negli occhi, prendendogli il volto tra le manine e facendogli una linguaccia proprio in faccia. Aveva chiuso gli occhi, si era lasciato trasportare dall'odore del parco, dalla manina di quel piccolo uragano, dalle sue risate, dal suo respiro, dalle sue domande. Sentiva freddo, ma poco importava.