La prima volta che Michele aveva capito di essere innamorato di Ale era stata decisamente imbarazzante. No, non era innamorato, basta usare questo termine. Ricominciamo.
La prima volta che Michele si era accorto di, beh, ehm, avere un debole - ecco, meglio definirlo così - per Ale era stata più che imbarazzante.
Non era stata esattamente la situazione a farlo pentire di essere arrivato ai suoi diciotto anni, perché la giornata era iniziata normalmente ed era finita altrettanto normalmente, - o almeno, avrebbe dovuto - il vero problema era stato il modo in cui lo aveva capito, con Ale seduto al capo opposto del suo stesso divano e che lo guarda da dietro lo schermo del cellulare e gli rivolge uno sbuffo divertito. Gli era bastato toccargli un piede per sbaglio per capire che ci fosse qualcosa di diverso, per vedere Ale irrigidirsi un secondo, alzarsi e cambiare prima posizione e poi divano. Gli era sembrato di avere freddo fin dentro le ossa e poi l'allarme nel suo cervello aveva cominciato a suonare. Non aveva esattamente pensato "sono innamorato di Ale porca miseria", ma il panico lo aveva preso lo stesso. Dentro di sè sapeva esattamente cosa lo provocasse e far finta di niente non lo aiutava comunque a cancellare il problema, per quanto lo avesse voluto.