[Mi sento intrappolato. Sono intrappolato, a dir la verità, nella gabbia della mia stessa mente. Non c'è via d'uscita e mai ci sarà. Devo abituarmi a convivere con questi sprazzi di pazzia, di malsana originalità, di movimenti grossolani e bizzarri, di destrutturazione e derealizzazione. Sono intelligente e abbastanza furbo, ma per la società è molto più facile etichettarmi, rinchiudermi in un ospedale psichiatrico e imbottirmi di farmaci, che aiutarmi].