Alla fine ci erano veramente andati piano. No, non piano, a rallentatore. Ale avrebbe descritto quel periodo della sua vita come estremamente lento, talmente tanto che alla fine aveva perso Michele di vista. Aveva cercato di prenderla con un "doveva andare così" senza fissare troppo il cellulare, con la consapevolezza che il numero di Michele era impresso nella sua memoria, se non nella sua rubrica. Qualche volta aveva ceduto alla tentazione di chiamarlo - prontamente armato di numero privato, per non esporsi ad un'umiliazione che avrebbe potuto avere il sapore di una sconfitta mondiale - e Michele gli aveva risposto abbastanza smarrito, ma non aveva avuto il coraggio di continuare la conversazione. Aveva attaccato sempre presto, comunque: la conversazione si era interrotta al primo "pronto" proferito da Michele.
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