***NOTA: Quest'opera è stato un tentativo di scrittura di un'idea che mi era venuto molto tempo fa. Trovo quella stessa idea ancora validissima, però l'opera che ho scritto, ha diverse cose che, lette e rilette (col senno di poi), non sono realizzate come avrei voluto. Ciò non vuol dire che eliminerò questa storia adesso, ma probabilmente lo farò quando avrò il tempo per dedicarmici nuovamente e ripartire da zero. Nel frattempo, a chiunque voglia accingersi a proseguire la lettura, spero ignorerete gli errori per di più narrativi e mi auguro che l'idea di base vi piaccia! *** [Libro I] E se riuscissi a vedere i destini delle persone con un solo tocco? Se la tua mente potesse trasmettere la morte e il dolore di chi sfiori? Ethel Palmer convive con ciò da tutta la sua vita. Lei le chiama "crisi" e la regola principale per evitarle è: non avere neanche il minimo contatto con chi le sta vicino. Come pegno, la visione di atroci sofferenze. Ethel vive nella paura, con la costante attenzione di non sfiorare nessuno. Eppure, nelle ultime settimane, le sue crisi sono aumentate: come prima bisognava toccare nettamente il povero malcapitato, ora le basta sfiorarlo appena per catapultare nella sua mente immagini terribili, dalle quali Ethel vuole soltanto fuggire. Esausta, tra continue visite mediche in ospedale e l'utilizzo di farmaci inutili, desidera trovare risposta ai suoi problemi. Finché il povero nuovo passante di cui è costretta vedere la morte, non si dimostra ben più importante di quel che sembra. E la soluzione diventa sempre più chiara. Meglio non scherzare con il destino. E, meglio non sottovalutarlo.