Per Etienne, undici anni, quelle trascorse nella fattoria del nonno sono sempre state vacanze meravigliose, ma adesso qualcosa è cambiato. Chi sono, per esempio, i bambini laceri e scalzi che si nascondono sotto il pomte di pietra, nel bosco? Perché il nonno va in collera ogni volta che se ne parla? E come mai la montagna risuona del fischio di un treno che non esiste?
<<Fantasie>> dice il nonno, brusco.
<<Ombre>> gli sussurra angosciata la vecchia domestica. Etienne, però, ha visto i bambini, ha parlato con loro, ed è certo di avere ragione: non si tratta di sogni né di spettri, quelle sono creature vive e sofferenti.
Ma è davvero così? Oppure le memorie del passato sono talmente forti e dolorose che né il tempo né la morte possono cancellarle?
Finché, una notte, Etienne si incammina verso il bosco, deciso a scoprire la verità...
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Avevano tentato di dimenticare, Grand-père e gli altri, i vecchi di Mont Brulant, ma i bambini non volevano essere dimenticati; quello che era successo in quei boschi NON SAREBBE MAI STATO DIMENTICATO. Madame Jaboter aveva raagione: le anime d'un migliaio di bambini smarriti infestavano quel luogo. Li sentivo, ora, stringermi le braccia, bisbbigliarmi all'orecchio...
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<< Fantasmi? >> chiesi, ancora sorridendo.
<< Sí, fantasmi >> bisbigliò lei, brusca.
<< Sono troppo grande per crederci.
<< ALLORA CHIAMALI MEMORIE.
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Non riuscì a ribattere, la sua bocca rimase semiaperta, ed Edward non riusciva a staccare lo sguardo da quel viso angelico, da quelle labbra rosse che imploravano di essere baciate. Non potè trattenersi, gli fu impossibile, annullò la distanza fra i loro corpi e la baciò, Juliet, dapprima rigida, si sciolse fra le sue braccia, aggrappandosi poi alle sue spalle.
Juliet non aveva mai cercato il vero amore, in realtà sospettava che mai l'avrebbe trovato: era una cosa così rara dopotutto, e anche se tutti i suoi familiari si erano sposati inseguendo la pura felicità, continuava a rammentare come loro fossero solo l'eccezione e non la regola. Le sarebbe bastato trovare un marito quantomeno accettabile, possibilmente che non la trattasse come un soprammobile per abbellire uno dei salotti di casa.
Sapeva però che quello sarebbe stato il suo insulso futuro, ed era ormai rassegnata al quel destino: non avrebbe mai potuto spiegare le ali e volare via libera, inseguendo il suo desiderio d'avventura in una terra lontana e mistica.
L'amore però nasce anche nel silenzio di una tranquilla nottata primaverile, con stelle a cui affidare i propri sogni e fiori dai petali bianchi pronti a custodire segreti sussurrati a fior di labbra.
|Primo volume della saga Carter|