"Rimase immobile, guardandola attraversare la piazza col suo passo sostenuto. I capelli blu le svolazzavano intorno al viso, inasprito dai muscoli tesi. Si soffermò sulle sue labbra carnose, chiuse con una leggera pressione. Si immaginava stesse serrando i denti, pronta a digrignarli come un lupo. Aveva la stessa espressione risoluta, gli occhi castani induriti dalla rabbia, di una femmina del branco pronta a difendere la prole. Si scoprì incantato da quel viso esacerbato, lui che era sempre stato attratto dalla sua dolcezza.
Si mosse sul posto, sciogliendo le braccia incrociate al petto. Lasciò cadere le braccia stese lungo i fianchi e mosse le dita della mancina, quasi si stesse esibendo in un arpeggio su un pianoforte invisibile. Sentì i polpastrelli formicolare dalla voglia di prenderla, accarezzarla. Oh, era così bella. Lei e il suo modo di disegnare. Avvertì il divorante bisogno di perdersi nell'odore della sua pelle, di venerarla, tenerla al sicuro, per sé. Avrebbe voluto saggiare la fragilità della sua esile figura umana con ogni senso, vederle il volto sfigurato da ogni emozione. Oh, avrebbe potuto procurarle i più disparati turbamenti. Chissà quale magnificenza avrebbe rivelato una volta ricoperta del proprio sangue... La sua opera d'arte."
(Estratto dal capitolo 3)
Al calar della notte, i monumenti di Praga vengono avvolti da un'aria misteriosa e un po' romantica, senza tempo, ed è così che ad Hazel piace immortalarli, tratteggiandoli su carta. È durante una di queste notti, fra una linea e una sfumatura, che la ragazza comincia ad accorgersi di una figura fumosa che, in lontananza, la osserva. È in ogni suo disegno e, non appena Hazel lo termina, questa sparisce...
Fascino e ossessione si intrecciano a paura e sospetto.
Chi o cos'è quell'ombra? Esiste davvero? E cosa vuole da Hazel?