Peter Pan esiste. Ma non è il bambino che si rifiuta di crescere, il ragazzo buono e gentile di ogni fiaba che si rispetti. No. Lui è un demone. E come tale porta solo guai. "Sapevo che quella sera avrei dovuto chiudere la finestra." DAL CAPITOLO 3... -Pan!- esordì schifata. -Mancato dolcezza?- le domandai, poi senza attendere risposta mi alzai in volo, afferrandola per un braccio. Emisi un ululato, che segnalò la fine delle gioco, riprendendo a volare verso la radura, ora stringendo con forza la mia preda. Raggiunto lo spiazzo erboso la lasciai cadere da alcuni metri d'altezza e lei atterrò con un acido:-Fottiti, Pan.- -Bene, allora ragazzina, vediamo di mettere bene in chiaro... questa è la mia isola e tutti ciò che si trova qui è di mia proprietà. Sophie è mia... tu sei mia...- sillabai, spingendola poi verso il tronco di un albero ed estraendo il coltello dalla cintura. -...facciamo in modo che no te ne dimentichi- conclusi con un sorriso perfido. [...] -E ora prova di nuovo a scappare...- la schernii, consapevole del fatto che fosse debole per la perdita eccessiva di sangue. Scattò verso il bosco,sempre determinata a scappare, ma la braccai dopo soli pochi istanti spingendola a faccia in giù contro il terreno umido. -Peter Pan never fails...- le sussurrai in un orecchio mentre il suo sguardo si faceva vacuo e perdeva conoscenza.
4 parts