Vorrei essere una rondine che vola libera sulla linea del cielo, una rondine che in un giorno di tempesta trova riparo anche sotto la tettoia di una casa abbandonata, una rondine che sbatte forte e velocemente le ali per poter scappare dall'inevitabile pericolo, una rondine che felice si ciba di ciò che più le piace.
Vorrei essere il cielo per non avere fine,vorrei essere il cielo per poter avere momenti burrascosi consumati da un arcobaleno di mille colori,vorrei essere una scritta fatta con una penna non cancellabile su un semplice foglio bianco,vorrei essere un pezzo di legno perché una volta bruciato continua a vivere nella cenere, vorrei essere le lacrime del mio ragazzo per nascere dai suoi occhi, vivere sulle sue guance e morire sulle sue labbra,vorrei essere quel nome che pensato da lui la mattina fa sorridere dalla felicità semplicemente..Essere tutto ciò che NON posso essere.
La mia vita è un coniglio che salta tra l'erba profumata,
è un gattino ferito che chiede aiuto.
Real Madrid. La mia squadra del cuore.
Ricordo ancora quando mio padre mi portava alle partite del Real, ero solo una bambina. Quando un piccolo passaggio gli faceva spuntare un piccolo sorriso sulle labbra.
Quel sorriso che si é spento troppo in fretta, come un soffio su una candela.
Il tempo passò é la passione per il calcio non smise mai, ogni partita del Real era come vita per me.
Mia madre si riprese subito dalla perdita di papà, trovandosi un compagno qualche mese dopo. Si chiamava Julien e aveva un figlio. Hector Fort. Giocatore del Barca, numero 32.