-Certe volte mi fermo e penso alle cose. Penso a cosa ho detto fino a due minuti fa. Penso a come affrontare una nuova azione. Penso essenzialmente a tutto. Però ci penso troppo tardi ed è questo il dilemma. E la cosa a cui penso di più sono io. Non per egoismo ma per puro amore verso la riflessione. Penso che non mi accontenterò mai e che ci sarà sempre qualcuno che ai miei occhi apparirà 'migliore'. Penso che sia ingiusto, che sia scorretto. Penso alla mia pelle liscia color caffellatte. Penso ai miei capelli, un disastro i miei capelli.. Neri, ricci, ribelli. Mi rispecchiano. Penso ai miei occhi grigi, di un grigio freddo. Penso al mio nome, un nome strano secondo me. Non perché sia strano ma perché dimostra la stranezza della persona a cui appartiene. Penso che mi piacerebbe non chiamarmi Ivan. Così corto da dire, così corto da chiamare, così corto da sfruttare.. Penso che dovrei smetterla di pensare. Perché poi pensare fa male. Perché poi capisci troppe cose. E se capisci tante cose stai male. Perché la verità fa male e voler capire tutto fa ancor più male. Perché purtroppo tutto nasconde qualcosa. E pensandoci lo capisci. Capisci che quel qualcosa potrebbe essere qualsiasi cosa. E se ci pensi, quel 'qualsiasi' è così ribelle quanto fragile. Proprio come pensare. Proprio come Ivan. Proprio come me. Questa è la mia storia.. il racconto di ciò che vivo. Sempre se si può chiamare tale.-
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