Pensandoci, però, ogni tanto un'eccezione la facevo: Julian gironzolava per la scuola prima del suono della campanella con gli occhi illuminati e curiosi come quelli di un bambino, salutava qualche ragazzo e qualche ragazza qua e là o spiava i titoli dei libri esposti sugli scaffali. La maggior parte delle volte nemmeno mi vedeva, o almeno, stavo attenta a non farmi vedere, perché mi piaceva veramente tanto guardarlo mentre era solo, senza quei trogloditi dei suoi amici e quella poco di buono di Ariane. Altre volte, invece, i suoi occhi scuri si posavano per sbaglio su di me, e meccanicamente alzava la mano in segno di saluto, probabilmente per educazione.