"Un, due, tre, quattro nel peccato noi giacciamo cinque, sei, sette, otto il perdono noi bramiamo. Col la colpa di aver vissuto l'originale patto non abbiam temuto, è il momento scritto nel Sangue la nostra fine ci aspetta langue, miserabile come un verme tutto ritorna fermo ed inerme. Al cospetto del Signore ogni sfida provoca stupore, al cospetto del Cristo Redentore dentro il Sangue nascerà il Tumore. Condannati a soffrire su letti di spine destinati a perire, per pagare quello che ci non spetta succubi di una religione non eletta, imposta fin dal Principio in profondità del forte Municipio. Noi fremiamo, urliamo, danziamo aspettando il colloquio con Adamo, lui e la sua splendida Eva nel momento che Lui non attendeva, aspettiamo con fremore l'arrivo delle buie ore, in cui qualcuno sfrutterà la notte per terminare le nostre continue lotte. Aspettiamo da tempo immemore la venuta è desiderata con fremore colui che l'Anticristo incarna sarà degno di portare le Corna. Bramiamo la Pace Eterna mentre vaghiamo con una lanterna nel mondo che pensavamo potesse perdonare ogni nostro peccato. La Luce non può durare dobbiamo solo aver di che lottare, un capo degno che ci guidi capace di fermare questi omicidi. Nel nome di Dio alla schiavitù diremo addio. Nel nome di Gesù Cristo, la vendetta arriverà, come previsto." Chiunque, appena fosse in grado di parlare, doveva cantare questa Profezia, osannandola come l'unica verità mai concepita. "Stiamo pagando per qualcosa di cui non abbiamo colpa. Fin da quando le biblioteche, le leggende e perfino il Municipio hanno memoria, sempre si ha cercato il Perdono dal Peccato Originale. Solo due persone sono state accolte nel perdono del maligno, abbracciando le braccia paterne di colui che ci tiene in schiavitù. Mio caro, purtroppo, quando ancora eravamo Vivi, ci hanno insegnato ad amare il Male." Copyright 2016, tutti i diritti sul romanzo sono destinati allo scrittore ed unico autore Elessent.All Rights Reserved
1 part