«Ho scritto mille lettere, come questa, prima. Mi sono preparata, ci ho pensato e ripensato, ho studiato le parole per non sbagliare o deviare il significato. Ho deciso che carta usare, che colore doveva avere, il francobollo giusto, ho inserito l' indirizzo, la data e il mittente, poi mi sono mi bloccata. Stavo sbagliando il destinatario. La lettera che volevo scrivere non era per te, ma per me, per il mio cuore, per la mia anima, per il dolore che mi hai causato, per l'amore che mi hai strappato e per la paura che ti ha sostituito da quando, quel giorno, te ne sei andato.
Sei stato un egoista, uno stupido menefreghista... o forse sono stata io solo tanto crudele, con te e con me stessa.
Tu avevi smesso di cercarmi, di voler sapere se stessi bene, avevi smesso di guardarmi in quel modo, con quello sguardo che solo tu in tutto il mondo possedevi, prendevi sonno solo se ti giravi e mi davi le spalle, non volevi più abbracciarmi...
Avevi deciso di lasciarmi e già non mi tenevi più.
Questa lettera è per me.
Per la mia mano, che è costantemente gelata da quando la tua non la stringe più.
Per il mio cuore, che si spezza quando sento pronunciare il tuo nome.
Per i miei occhi, secchi di lacrime.
Per il mio amore, perso chissà dove, perché tu non lo hai voluto.
Per il mio corpo, che fugge ad ogni carezza altrui.
Questa lettera è per la mia vita, che ha un po' il tuo sapore,
che non può fare a meno di sognanti ogni sera e di pensarti ogni mattina e mi chiedo: chi si sveglia, ora, ogni mattina affianco a te, avvolta nel tuo abbraccio? Mi somiglia?
No, non me lo dire, farebbe troppo male anche solo il pensiero che le dici 'ti amo', che le dedichi canzoni e che ti perdi nei suoi occhi, come una volta facevi con me...
Questa lettera porta solo il mio nome,
che suona bello solo accanto al tuo, amore mio.»
io, lui e quei bellissimi, dannati, bollenti, crudeli, romantici, maledetti, stupendi, indimenticabili, ricordi...
Questa è la nostra storia, riscriviamola insie
Valerio è insicuro: a causa del suo passato doloroso, ha la costante paura di essere abbandonato e di restare solo. Ogni giorno è costretto a fare i conti con le innumerevoli delusioni che ha ricevuto per tutta la vita, quelle che lo hanno portato a non fidarsi delle persone che lo circondano. Dopo una relazione difficile e una situazione familiare altrettanto delicata, Valerio non riesce a trovare la pace, sempre in lotta con sé stesso. Ma poi, quando incontra Alice, qualcosa cambia. Mentre Valerio veniva al mondo, la notte del primo dicembre, lei aveva conosciuto la vita solo da qualche ora. Questo non poteva che essere un segno evidente del destino, o almeno così crede Valerio. Ma esiste davvero un filo rosso che tiene unite le persone? E, se esiste, è davvero resistente come dicono, o c'è il rischio che possa spezzarsi?