Era triste, dannatamente triste, malinconica.
Si fermava ogni tanto a pensare, a riflettere. Si sedeva in giardino, o guardava fuori dalla finestra di camera sua, si fumava una sigaretta e pensava. Ma lei pensava costantemente... nessuno riusciva a capire come riuscisse a rimanere chiusa così tanto nei suoi pensieri, come facesse a stare sola la maggior parte del suo tempo. Non era sola, lei stava con sé stessa. Aveva imparato a stare con sé stessa, ad amarsi in qualche modo, ad ascoltarsi.
Non le piaceva quello che aveva intorno. Stava così tanto solo con sé stessa, perché non voleva stare con le persone che erano la fuori, oltre quella finestra, oltre quel confine di giardino. Tutti erano suoi amici, ma lei aveva un amico, l'unico di cui si era sempre fidata: Nathan, si chiamava il ragazzo.
L'unica persona che non l'ha mai giudicata, che non le ha mai urlato contro, che l'aveva sempre aiutata, era lui. Lui, con quei capelli tanto scuri che si contrastavano con il verde dei suoi occhi e il sorriso perfetto che lei tanto adorava. L'unica persona che la conosceva veramente. Che accettava che non riuscisse a vivere senza libri, senza la scrittura, l'arte, la musica, che non le piaceva farsi notare, che era fatta così, semplicemente così.
Lui l'ha amata, l'ha sempre amata, ma non è riuscito mai a dirglielo. Aveva paura, aveva paura che lei credesse che lui fosse uno come gli altri, che se glielo avesse detto lei non voleva più parlargli. Era terrorizzato, terrorizzato all'idea di poterla perdere.
Cassie Brooks ha una grande certezza nella vita: Reed Westbrook ha fatto di tutto per cercare di rovinargliela.
Sfortuna vuole che lui sia riuscito ad entrare prima di lei nell'università che ha sempre sognato, la Stanford, e questo per Cassie è solo uno dei tentativi di Reed di farla dannare.
Questo però è il suo anno. È stata finalmente accettata alla Stanford ed ha trovato un piccolo appartamento abbordabile in cui stare senza gravare sulla madre. Avrà un coinquilino certo, ma sempre meglio delle spese ingenti di una camera a Stanford. Non le resta che cominciare a informarsi sui requisiti dell'MCAT per entrare post-laurea nella "Stanford School of Medicine" e convincere il coach della squadra universitaria di atletica a metterla tra i velocisti.
Ma sopratutto: eviterà come la peste Reed Westbrook.
In fondo, il campus è grande e quante probabilità ci sono che dopo due anni lui sia ancora uno dei migliori velocisti della sua generazione? Magari si è infortunato nel frattempo.
Ciò che Cassie non ha considerato però, è che esattamente come lei, ogni velocista ha una caratteristica fondamentale: non si ferma mai fino a quando non ha tagliato la linea del traguardo.
𝓑𝓮𝓷𝓿𝓮𝓷𝓾𝓽𝓲 𝓪𝓵𝓵𝓪 𝓢𝓽𝓪𝓷𝓯𝓸𝓻𝓭 𝓤𝓷𝓲𝓿𝓮𝓻𝓼𝓲𝓽𝔂! 🎓
"𝒲𝒽𝑜 𝓌𝒾𝓁𝓁 𝒸𝓇𝑜𝓈𝓈 𝓉𝒽𝑒 𝐹𝒾𝓃𝒾𝓈𝒽 𝐿𝒾𝓃𝑒?"