Era triste, dannatamente triste, malinconica.
Si fermava ogni tanto a pensare, a riflettere. Si sedeva in giardino, o guardava fuori dalla finestra di camera sua, si fumava una sigaretta e pensava. Ma lei pensava costantemente... nessuno riusciva a capire come riuscisse a rimanere chiusa così tanto nei suoi pensieri, come facesse a stare sola la maggior parte del suo tempo. Non era sola, lei stava con sé stessa. Aveva imparato a stare con sé stessa, ad amarsi in qualche modo, ad ascoltarsi.
Non le piaceva quello che aveva intorno. Stava così tanto solo con sé stessa, perché non voleva stare con le persone che erano la fuori, oltre quella finestra, oltre quel confine di giardino. Tutti erano suoi amici, ma lei aveva un amico, l'unico di cui si era sempre fidata: Nathan, si chiamava il ragazzo.
L'unica persona che non l'ha mai giudicata, che non le ha mai urlato contro, che l'aveva sempre aiutata, era lui. Lui, con quei capelli tanto scuri che si contrastavano con il verde dei suoi occhi e il sorriso perfetto che lei tanto adorava. L'unica persona che la conosceva veramente. Che accettava che non riuscisse a vivere senza libri, senza la scrittura, l'arte, la musica, che non le piaceva farsi notare, che era fatta così, semplicemente così.
Lui l'ha amata, l'ha sempre amata, ma non è riuscito mai a dirglielo. Aveva paura, aveva paura che lei credesse che lui fosse uno come gli altri, che se glielo avesse detto lei non voleva più parlargli. Era terrorizzato, terrorizzato all'idea di poterla perdere.
Si può avere una così bassa considerazione di se stessi? Tale da guardarsi allo specchio e... no, semplicemente tale da non riuscire a guardarsi allo specchio. Si può essere così dannatamente sensibili e continuare ad apparire agli altri come un pezzo di ghiaccio? Ma dentro ti sciogli ogni giorno e sai che arriverà il giorno in cui in quelle acque annegherai. O forse lo stai già facendo, in fondo è per questo che stai scrivendo.
Lei, Crystel, è un cliché vivente ma lo è meno di chiunque altro. Lo so, è un controsenso, ma cosa nella vita non lo è? Le piace studiare, perché le piace sapere che forse, oltre ogni cosa, ci sia qualcosa che regola la sua vita e qualcosa per cui vivere. Ama leggere, ma questo non devo di certo spiegarlo a voi, sappiamo tutte il motivo per cui ci troviamo qui. Indossa perennemente delle cuffiette, perché le urla dei suoi pensieri sono di quanto più assordante esista. Sogna di notte e di giorno di essere come le protagoniste di cui legge le storie, sogna di trovare quel ragazzo che forse tutte desideriamo, sogna di riuscire ad amare se stessa, sogna di riuscire a rispettarsi.
Ma lei è diversa da quelle ragazze.
Sotto le felpe larghe non si nasconde una ragazza bellissima, o forse sì, sotto il suo sorriso e i suoi consigli premurosi non si nascondono lacrime silenziose, o forse sì. Quel che è certo è che dentro di lei non c'è una ragazza combattiva, determinata e sicura, o forse sì.
Ryan è il suo esatto contrario, spigliato, sicuro di sé e spaventosamente attraente. In quegli occhi così scuri è difficile individuare le costellazioni. Ma non è proprio questa la definizione di amore?
Due vocali sbagliate, o forse no, cambieranno le cose e daranno il via ad una storia che vale la pena di essere letta e soprattutto di essere vissuta.
Una storia estremamente diversa dalle altre e forse più vera per molte di noi.
Se volete una protagonista pronta a rispondere a tono cambiate storia, perché questa è la mia.