Siamo quelli che vivono nel tempo di mezzo. Non abbiamo età. Esistiamo e basta. Qui, tra un battito del cuore e l'altro. E non ha importanza se erano gli anni '90, quando Gabriele Spinelli aveva diciassette anni e per pagarsi la discoteca e i fumetti dava via i volantini del Black Stone, perché le sue giornate non erano poi tanto diverse da quelle di un suo coetaneo di oggi. Soprattutto quando incontra al Burghy di Milano, un ristorante dove si mangiano gli hamburger come in America, un ragazzo francese diverso da tutti gli altri. Pericoloso per il nome che porta e fatale per quanto sia avvolto da una bellezza disperata. Étienne lo cattura fin dal primo istante, ma il destino per Lele, così lo chiamano tutti, si farà beffe di lui facendogli incontrare anche Stefano Reale, un simpatico bastardo di trent'anni che gestisce il giro principale tra Loreto e il centro per la Black Stone. Stefano gli propone di fare il pierre per lui, ma in cambio vuole dell'altro. Lele è sorpreso, ma accetta. Sa che durerà poco, ma meglio uno come Stefano che un altro. Si ritroverà così a vivere emozioni forti con entrambi, anche se di natura diversa; la carne e il cuore si confonderanno e nemmeno lui saprà più che fare. Chi amare. (...) Noi ragazzi del tempo di mezzo non smetteremo mai di pensare che siamo importanti perché siamo fatti per amare, sempre. Ieri come oggi.
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