Nella macchina regnava un silenzio assordante, interrotto ad intervalli regolari dai respiri profondi e turbati di Namjoon che si muoveva impacciato per la stanchezza tra le strade di Seoul, distratto di tanto in tanto dai cartelloni pubblicitari luminosi e dalle insegne. In quel momento aveva solo un pensiero fisso in mente: tornare a casa velocemente.