"Vieni, ti faccio vedere una cosa, ma fai piano"
mi dice Alessandro, sottovoce, facendomi poi segno di stare in silenzio.
Apre lentamente la porta dell'appartamento di Mario e la scena che mi ritrovo è, probabilmente, una delle più dolci che io abbia mai visto.
Mario dormiva beatamente sul divano, i capelli scompigliati, la bocca leggermente schiusa e le braccia strette intorno ad un cuscino che si usa per abbellire.
Ed io che credevo avesse dimenticato l'appuntamento.
Prendo tra i denti il mio labbro inferiore, non potendo fare a meno di sorridere.
Mi avvicino ed allungo una mano per accarezzargli la testa.
Mi sdraio accanto a lui, facendo combaciare il mio petto con la sua schiena, e gli tolgo il cuscino, circondando con un braccio la sua vita.
"Cla'?"
Chiama una voce roca ed assonata.
"Continua a dormire"
Mormoro, chiudendo poi gli occhi, ma ritrovandomi, poco dopo, coinvolto in un abbraccio spaccaossa, con la sua testa sul mio petto, ma che poi scivola nell'incavo del mio collo.
In quel momento ne ebbi la certezza. Mi ero innamorato di Mario ed avevo bisogno di lui nella mia vita, a vivere con me le mie giornate e renderle migliori.