C'era un momento in cui James si fermò a riflettere, confuso.
Osservò le sue braccia, i vari graffi su essi, e sapeva che non aveva risolto niente, e sicuramente stava più male di prima.
Osservò Ted, alla sua forma naturale, dormire tranquillamente accanto a lui, e si chiese se dormire aiutasse a dimenticare tutto, o se in quelche modo avesse potuto leggere la mente dell'altro.
E scrutò il fratello, steso su qualche brandina più in là, e sapeva che stava peggio di lui, e non aveva osato chiedere a lui, perché aveva sempre considerato da stupidi, chiedere aiuto per un litigio tra amici.
Ma sapeva che non era solo quello.
E poi osservò la figura di Lily, che svaniva fuori dalla porta, e rammentò il suo sguardo stanco e la voglia di fuggire per un bel po' di tempo da tutto questo.
Aveva immaginato, era riuscito vagamente a capire che fossero problemi di cuore che l'assillavano, e sapeva che non fossero totalmente leggeri da sopportare.
E si rese conto che i Potter non erano felici da un po' -un bel po'- e non sapeva se ormai era troppo tardi per rimediare.
***
Storia mooolto angst, se sensibili non leggete.
Tematica omosessuale, se siete omofobi, non fa per voi.
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.