Sopra la superficie sottile della pista, solcai il ghiaccio vicino a colui che non avrei mai pensato di trovare accanto. Sentii l'aria fredda sulle guance rossastre, le mani gelate e le braccia indolenzite lasciate morbide lungo i fianchi. Mi feci trasportare dall'atmosfera della serata, aumentai la velocità sui miei pattini e distrattamente sfiorai l'indice della mano sinistra con il suo palmo. Sentii un brivido percorrermi il corpo, fino all'attaccatura dei capelli corvini. Vidi l'espressione impassibile di lui, il suo sguardo freddo rivolto verso in avanti. E io gli presi la mano, in un gesto spontaneo, presi la sua mano forte e la strinsi alla mia gelida. Perché io c'ero, ero con lui e con lui sarei stata sempre. E Draco, con lo sguardo rivolto ancora nel vuoto, fece per slegare la mia mano dalla sua, ma solo per poi intrecciarle questa volta, in un legame dettato da parole composte solo da sguardi. Io, lui, la pista, noi. E lo guardai, con un sorriso che voleva dire mille parole, quando finalmente ricambiò il mio sguardo e il ghiaccio dei suoi occhi fece scalpitare il mio fragile cuore.