capitolo I

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Quel caso, quel dannato caso che stava
facendo uscire fuori di testa Harry.

Non dormiva e non mangiava, voleva solo capire
il perché di quell'azione così brutale.

Di notte studiava tutti gli ultimi spostamenti
della povera vittima e di giorno, in ufficio,
insisteva con i suoi collaboratori sul fatto di
rifare altri test e vedere se c'era un segno di
qualche impronta digitale.

Ma nulla. Ogni test era vano.

Quell'assassino aveva colpito la notte del 22 Gennaio, intorno alle 11 di sera aveva
ucciso la vittima e mezz'ora dopo l'aveva portata
con qualche mezzo, in una delle tante case abbandonate di Princess Park.

Era il quinto giorno di indagini e Harry, un
ragazzo alto 1.83 con spalle larghe, teneri
fossette e folti capelli ricci, si stava lamentando,
come sempre, della suoneria del telefono, che puntualmente ogni mattina alle 6, rimbombava nella sua stanza.

Spense la sveglia e con tutta la svogliatezza
del mondo andò a sciacquarsi il viso.

Scese giù e, una volta riempita la sua solita
tazza con il caffè, andò ad allungarsi sul divano.

-buongiorno Harry- la voce di Gemma, la
sorella del riccio, lo fece ritornare un po' alla
realtà

-buongiorno, dormito bene?- chiese il riccio
bevendo, poi, un sorso di caffè

-io si, tu invece?- la ragazza si sedette accanto a lui sapendo che erano 5 giorni che suo
fratello non chiudeva occhio

-benissimo- disse bevendo nuovamente dalla
sua tazza

-non prendermi per il culo- insistette

-ok, va bene, ho dormito solo 2 ore perché
stavo provando a capire qualcosa di più sul
nuovo caso- confessò andando verso la cucina

-ma non puoi dormire ogni notte solo 2 ore,
fa male e sembri uno zombie- ribattè
seguendolo

-non devi andare a scuola signorina?- cercò
di cambaire argomento

-la scuola inizia alle 8 e ce l'ho a 5 minuti a
piedi da qui, ho tutto il tempo per parlarne- continuò Gemma prendendo un bicchiere di
latte aggiungendo il caffè

-senti sorellina, va tutto bene, stai sicura che
appena troverò quel coglione lo sbatto in
carcere e dormo fino a Ferragosto- fece un
sorriso, diede un bacio sulla fronte di Gemma
e salì velocemente le scale.

-se non dormi fino a Ferragosto ti tramortisco
io e ti faccio andare in coma brutto stronzo- urlò
Gemma nella speranza che il fratello maggiore
capisse la gravità della situazione.

Una volta il camera, occhi verdi, prese
i primi jeans che gli capitarono a tiro e una felpa, andò in bagno, si lavò i denti ed aggiustandosi i
capelli parlava tra se e se.

-coraggio Harry puoi farcela-

-devi mantenere la promessa che hai fatto-

-non devi rinunciare-

-hai risolto casi peggiori, non puoi arrenderti
proprio adesso-

-Ei, tesoro- la voce della madre lo risvegliò
facendolo sobbalzare dalla paura

-mamma, che ci fai sveglia a quest'ora?-
domandò il riccio sorpreso

-non avevo sonno.. Gemma mi ha detto che
non hai dormito.. un'altra volta- Harry era
stufo di sentirsi dire quando e quanto doveva
dormire.

Lui non lo avrebbe fatto finché non avrebbe
trovato il killer.

-mamma, non farmi la ramanzina anche oggi,
devo andare, buona giornata- disse per poi
darle un bacio tra i capelli e scendere velocemente per le scale.

Darkness love rises || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora