<<Sai, non ci speravo più ormai...>>.
Mi fisso intorno spaesata.
<<È tutto...>>
<<Distrutto? Beh sì, ma che importa?
Maceria in più maceria in meno, per noi non fa differenza>>.
Mi soffermo sulla mia interlocutrice, i suoi lineamenti sono decisi, così come la sua espressione.
È seduta su una poltrona malandata, mentre sorseggia un calice di vino rosso.
Mi fissa in attesa.
<<Non so cosa dirti...>>.
<<Sei qui e al momento è sufficiente>>.
Il silenzio regna sovrano, avvolge ogni cosa.
Mi piace, c'è pace, mi sento rassicurata.
<< Sei stata qui per tutto questo tempo?
Da sola? >>.
Fa spallucce, <<qualcuno doveva pur prendersene cura durante la tua assenza>>.
Annuisco.
<<Non volevo tornare>>, bisbiglio.
<<Lo so>>.
<< E non tornerò più, questa sarà l'ultima volta>>.
Blocca il bicchiere a mezz'aria, arrestando il movimento che lo stava conducendo alle sue labbra.
<<Allora è così che finisce?
Credevo che questo momento non sarebbe mai arrivato>>.
Un sorriso amaro imbratta il suo volto.
<<Sei arrabbiata?>>.
<<No... no, va bene così, sapevamo entrambe che prima o poi l'epilogo ci avrebbe raggiunto>>.
Annuisco nuovamente.
<<E di loro?
Cosa ne farai di loro?
Lascerai che vadano in pezzi?>>.
<<No, in passato mi sono stati funzionali e, per onorare ciò, gli concederò un fugace calar di sipario>>.
Mi dedica un cenno d'assenso.
<<La promessa, cosa ne farai di quella promessa?>>.
Chiudo gli occhi. << Non è mai esistita... era un delirio dei ricordi, imbevuto di allucinazioni e di un'innocenza sbiadita>>.
<<Come farai da oggi in poi?
È sempre stato naturale... nessuno avrebbe mai pensato che un usignolo potesse perdere la sua voce>>.
<<Per quanto il loro canto sia singolare, non li rende immuni dalle spine che a volte possono trafiggere il cuore>>.
Si alza, scuotendo il capo.
<<Oscar Wilde, L'usignolo e la Rosa... epilogo triste, non trovi?>>.
<<Io non credo, si...forse dal retrogusto amaro, ma ogni rarità implica sacrificio, incomprensione e disorientamento e quella rosa, a mio avviso, ha perfettamente incarnato tutto questo>>.
Innervosita, la mia confidente passeggia per la stanza impolverata.
<<Un sacrificio valso a niente!
L'usignolo ha donato la sua vita, credendo di aver adempito a qualcosa di "inestimabile" e invece?
Che ne è stato di quella rosa?
Gettata al suolo e calpestata, sostituita da molte altre.
E tutto questo perché?
Per puro capriccio e vanità>>.
<<Si, ma a me piace credere che, prima o poi, per quella viuzza stretta e isolata, l'occhio sensibile di un viandante sconosciuto si soffermi in quel punto preciso, raccolga lo stelo ricurvo di quella rosa e i suoi petali impolversti e le dedichi l'espressione sorpresa che solo quel tipo di bellezza può suscitare.
Dopotutto anche lei (la rosa, intendo) è felice così.
Ripensandoci, sarebbe stato stupido fingere un'intesa o un significato, dove è palese che l'incomprensione è l'unica alternativa possibile.
Da un lato c'è chi riesce a vedere solo una rosa malandata; dall'altro, invece, vi è un fiore (consapevole del prezzo che è stato pagato in cambio della sua vita), che non si arrende e che sfoggerà sempre con orgoglio il colore dei suoi petali.
È il suo modo per onorare la memoria di quel coraggioso usignolo che, con la sua perseveranza e forza, le ha impartito una lezione che non dimenticherà mai.
Se, dopo un nonostante, si è ancora in grado di poter apprezzare la bellezza, quella autentica, allora non c'è nulla per il quale bisogna essere tristi>>.
<<Sei insopportabile, te lo hanno mai detto?
Ho il mal di testa!>>.
Rido.
<<Quindi crollerà tutto?>>.
<<Temo proprio di si>>, dico, facendo spallucce.
<<Perfetto, beh, seguimi. Se dobbiamo salutarci, lo faremo dinanzi alla luce di un tramonto>>.
Mi da le spalle e si avvia verso l'uscita.
La seguo.
Attraversiamo il portico e ci sediamo sulla sabbia, mentre il sole scomapre dietro la linea dell'orizzonte che congiunge il mare al cielo>>.
Nel silenzio circostante, degli improvvisi scricchiolii avvolgono i nostri sensi, per poi, tramutarsi rapidamente in un toffo netto.
La casa, che si erigeva alle nostre spalle, in un battito di ciglia, crolla, risucchiata dalle sue stesse fondamenta.
<<Adesso cosa succederà?
Anche io finirò frantumi?>>, mi domanda.
<<No, per ora no>>.
<<Oh, grazie, molto rassicurante come risposta. Tanti anni di onorato servizio per poi essere tratta così ...>>.
<<C'è ancora una cosa che devi fare per me...>>
<<Si lo so, ci sono loro, ne abbiamo già parlato, devi dargli un finale.
Quindi suppongo che, le chiavi che ho in tasca, siano di quella piccola baita in lontananza... sono lì, giusto?>>.
Annuisco, dopodiché la melodia prodotta dalle onde assorbe completamente la nostra attenzione.
In lontananza una figura, dai lineamenti dolci e l'espressione gioiosa, ci fissa soddisfatta.
<<Ma quella è....>>, mormora esterrefatta la mia accompagnatrice.
<<Già, il nostro caro usignolo, la sua essenza non sparirà mai. Si, anche se non possiamo più toccarlo e il suo calore non circonderà mai più le nostre ossa, il suo ricordo non svanirà mai dalla memoria dell'anima.
La nostra sensibilità è sempre stata al sicuro quando la sua presenza inondava le nostre giornate e, nonostante a volte il suo pensiero ci abbandoni e sia difficile tenerlo a mente, la nostra vita sarà collegata alla sua per sempre, niente potrà mai cambiare questo>>, esordisco con nostalgia.
<<Capisco...>>.
E queste sono le ultime lettere che richieggiano nell'aria, prima che, il panorama, con il suo incredibile splendore rapisca totalmente i nostri sguardi.Post scriptum:
ti voglio bene e grazie, dovunque tu sia, spero che le mie parole ti arrivino, so che capirai.
Mi hai sempre ascoltata, anche quando dalle mie labbra non fuoriusciva neanche un suono.
Un abbraccio, tua-[....].
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Wesen
PoetryPiccola raccolta di poesie, racconti e semplici stati d'animo, incisi su carta, che ho deciso di racchiudere in quest'opera, con la speranza che, chiunque la legga, possa rispecchiarsi nell'abisso frastagliato del mio animo. La vita non è complessa...