Generale comandante Park Jimin
Anno: 2027
Mese: ottobre
Giorno: 12Avevo appena compiuto diciotto anni quando decisi di lasciarmi tutto alle spalle e arruolarmi all'esercito, spinto dal grande, genuino e stupido desiderio di far qualcosa di buono nella mia vita. Avevo deciso di abbandonare la mia famiglia - la mia cara e amata famiglia – per qualcosa che al tempo sembrava un sogno, un obiettivo da conquistare e una vetta da scalare, ma che col passare degli anni avrei finito per odiare con tutto me stesso.
Lo so che odiare è una parola a cui va dato un certo peso ma non trovo espressione migliore per esprimere il mio pentimento, la rabbia e la profonda sofferenza che questa scelta ha arrecato al mio animo. Ricordo come fosse ieri il giorno in cui salutai sornione mio padre con una pacca sulla spalla, baciai dolcemente sulla fronte mia madre e arruffai affettuoso i capelli del mio fratellino, sussurrandogli all'orecchio di prendersi cura della nostra piccola ma serena famiglia.
Avevo scelto la mia strada e non mi sarei voltato indietro, guidato dal crudo coraggio, dalla nuda curiosità e dall'orgoglio infantile di un semplice ragazzo di campagna. Un ragazzo apparentemente ingenuo ma che aveva tanto da dimostrare e tanta voglia di imparare.
Se potessi tornare indietro? Be', onestamente non saprei. Forse sì o forse no. Dipende da quanto insistente e pesante sia il mio egoismo. Ma pensandoci, pur quanto miserabile, solo e triste mi senta adesso, non so se riuscirei ad immaginarmi una vita senza di lui.
Senza le sue dolci e delicate carezze, i suoi sorrisi miracolosi in grado di trasformare un momento difficile in un bellissimo ricordo, non so se sopravvivrei senza quei baci dati al cospetto di migliaia di stelle, senza i suoi "ti amo" urlati alla luna e soffocati dalle mie labbra, sussurrati contro la mia pelle bollente e sua, solo sua.
No, non riesco, pur quanto abbia seriamente odiato e detestato tutto quanto, non potrei mai privarmi della sua risata, forte e chiara la mattina negli infiniti giri di corsa intorno alla caserma, dei suoi dispetti perché geloso e del suo amore che faceva trasparire in ogni momento della giornata, persino mentre caricava i fucili o svuotava il serbatoio delle vetture.
Io, generale comandante delle armate Park Jimin, posso ammettere finalmente a me stesso oggi, 12 ottobre 2027, all'età di trentadue anni che no, non cambierei di una virgola tutto ciò che ho vissuto. Perché l'ho vissuto con lui ed è stato quanto di più bello mi sia capitato; mi ha donato gli anni migliori della sua vita e io gli ho donato i miei e seppure non è più con me qui accanto, a intrecciare le sue lunghe e affusolate dita con le mie, a premere le morbide labbra sulle mie, io so che mi ama ancora così come io, nonostante siano passati 6 anni, lo amo e lo amerò sempre con tutto me stesso.
Ma riflettendoci - se davvero potessi tornare indietro nel tempo - una cosa la cambierei senza pensarci due volte: gli impedirei di sacrificarsi per me.
Onestamente non so perché sto scrivendo tutto ciò. Non è da me aprirmi e mettermi a nudo in questo modo. Non dopo tutti questi anni, non davanti ad un anonimo pezzo di carta nel mio studio. Ma ultimamente mi sento più perso del solito, disorientato e confuso. Mi sento come quando lo persi: vuoto, apatico, invisibile.
Naturalmente i miei colleghi, i miei soldati e i miei sottoposti non se ne accorgono e mai permetterò loro di leggere nei miei occhi le sensazioni che stringono il mio cuore dolorosamente ogni maledetta notte. Non capirebbero. Nessuno ha mai capito il nostro amore.
Durante il giorno, nelle spedizioni, indosso quella maschera di freddezza e impassibilità che ho assunto da quando mi ha lasciato. Curioso come ogni pensiero mi riporti a lui. Forse in realtà vorrei solo parlare di lui.
Forse ho bisogno di tornare a pensare a noi, almeno per un po', giusto il tempo di mandar via il nodo che mi opprime la gola e asciugare le lacrime che mi rigano pietose le guance. Mi faccio pena, come è possibile che io non sia riuscito ad andare avanti? Perché quando sembro far tre passi avanti, subito dopo ne faccio cinque indietro? Cosa c'è che non va in me? Perché continua a dolermi il cuore, perché Taehyung, perché cazzo non sei qui con me a stringermi tra le tue forti braccia come facevi un tempo.
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Memorie Scarlatte | k.th & p.jm
FanfictionPark Jimin, comandante in capo all'esercito al servizio del suo paese, dopo 6 anni dalla scomparsa del suo amato compagno Kim Taehyung, decide di affrontare le proprie dolorose emozioni confrontandosi con esse davanti ad un foglio vuoto armato di un...