Il male si aggira nella scuola

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- entri la prego!
Io mi guardai attorno stranita mentre entravo nella stanza. Appena varcata la soglia sentii un forte odore di muffa che mi tappò le narici. In fondo alla stanza c'era un'ampia scrivania in mogano dove seduto su una poltrona c'era il preside che mi guardava torvo quando disse:
- salve signorina Kalleric, io sono il preside Morris.
Lo guardai attentamente, aveva i capelli di un bianco candido con dei riflessi color argento dati dalle vetrate alle sue spalle.
- buongiorno, il professor Malloy mi ha accompagnata qui per firmare dei documenti...sono la nuova arrivata!
- oh si si, lo so bene.
Frugó nei cassetti per poi trovare delle carte sfuse e stropicciate.
- ecco a lei, le porti a casa e le faccia firmare dai suoi genitori cara.
- l...la ringrazio
Feci un finto sorriso per non deluderlo
- ecco, io andrei! A rivederla
Prima che Morris uscisse dal mio campo uditivo urló:
- STIA ATTENTA, IN QUESTA SCUOLA SI AGGIRA IL MALE!
"Questo é matto, meglio affrettarmi ad arrivare a casa prima che si faccia tard....aia" finii a terra con un tonfo. Alzai il viso per vedere contro cosa avevo urtato, o meglio contro chi avevo urtato. Riconobbi subito quel sorriso, era il ragazzo con cui avevo parlato in classe.
- hey tu, ci si rivede!
- emm si
Dissi massaggiandomi la testa
- oddio, ti sei fatta male? Mi dispiace
Mi tese una mano per aiutarmi a rialzarmi
- no, dispiace a me che non guardavo dove andavo
- eri immersa nei tuoi pensieri
Sul suo volto si dipinse un gran sorriso
- torni a casa a quest'ora?
Chiese lui curioso
- si, ho dovuto sbrigare delle faccende con il preside Morris
Il ragazzo sputò a terra e disse in modo crudele
- non fidarti di lui! Dice solo menzogne. Quasi dimenticavo, non ti ho ancora chiesto il nome...
- piacere Anna e tu invece?
- un po' di mistero non guasta no? Esclamò lui ridendo
" Perché non vuole dirmi il suo nome?! É un ragazzo strano!" Pensai
- va bene io ora dovrei andare, ci vediamo domani a scuola Anna
Si avvicinò a me e mi diede un leggero bacio sulla guancia. Io mi sentii rigida, lo guardai allontanarsi a passo svelto e arrossii. Arrivata a casa i miei genitori mi fecero la classica ramanzina del coprifuoco, del telefono che devo usare per chiamare e bla bla bla.
Entrai in camera e mi distesi sul letto ripensando a tutti gli avvenimenti di quel giorno e mi addormentai.

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