Bevo un bicchiere di un vino fermentato con terrore e colpa.
Lo sguardo non sostiene il volto riflesso troppo a lungo, percepisco qualcun altro dentro di me.
Il viso si scinde nella parte tenera, a me familiare, e in un'altra oscura tenebra.
Ho paura di me stessa, di essere carnefice e non vittima per mano di altri,ma dei miei stessi pensieri.
Sbaglio ad essere troppo razionale e a precludere al mio cuore la sua espressione?
Il senso di colpa che lo dilanierà dopo aver procurato sofferenze, vale la pena viverlo?
Invece vale la pena tener incatenato il proprio cuore?
Sarò finalmente libera quando riuscirò a risolvere questo rompicapo, lanciando la moneta della mia anima ed affidandomi al fato.