Capitolo 1

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 Ed Eccomi qui, a ripubblicare questa storia che ho dovuto e voluto riscrivere perché non mi piaceva affatto.

Ho voluto aspettare che fosse completamente finita prima di decidermi, ho avuto bisogno di prendermi il mio tempo e di cancellare e riscrivere mille volte i capitoli.

Avevo bisogno di essere convinta perché, come tutte le storie, le ho voluto dare la giusta importanza, almeno per me.

Ma non voglio dire niente, voglio solo pubblicarla e farvela leggere, anche se dovesse essere solo una persona a farlo, perché io sono così, ho troppa fantasia e ho bisogno di buttarla fuori, ma non mi importa di sapere a quante persone possa piacere quello che scrivo.
Mi auguro solo di portarvi un po' di compagnia e di accompagnarvi in questo nuovo anno pieno di speranza!

Per chi avesse già letto i precedenti capitoli che avevo pubblicato, vi accorgerete che i primi due sono quasi totalmente uguali, dopodiché la storia prenderà una piega completamente diversa.

Detto questo, vi faccio tanti auguri per questo 2021 e spero che vi porti tanta gioia e felicità!

Un bacio
Sil

La scuola di Saint Cloud offriva ogni tipo di fauna adolescenziale presente sul territorio del Minnesota.
Dal nerd con addosso perennemente una maglietta di qualche saga, alla cheerleader con il classico atteggiamento da oca giuliva.

La scuola superiore di Saint Cloud era un luogo in cui i cliché si sprecavano fin troppo facilmente.
La squadra di basket era composta per lo più da scimmioni senza cervello e il club del libro era composto da ragazzine in piena crisi adolescenziale che si eccitavano a leggere di come Edward Cullen seduceva Bella.

Io non ero mai stata un'adolescente come gli altri, non ero mai stata come i miei compagni di scuola.

Costretta a crescere troppo in fretta a casa dei miei nonni, dove mio padre perennemente ubriaco e mia madre sua succube non avrebbero potuto farmi del male.

Costretta a prendermi cura di una donna troppo anziana affinché potesse essere il contrario e di un uomo con un occhio di vetro e una gamba di legno a causa di una guerra combattuta quando ancora io non ero nemmeno un pensiero remoto.

Odiavo questa scuola, questa scuola piena di cliché. Certo, non potevo dire di essere asociale, di sentirmi tagliata fuori, ma la odiavo.

Io ascoltavo musica "vintage", come la chiamava Sophie del mio corso di biologia; avevo fatto sesso con un ragazzo di dieci anni più grande di me quando ero al secondo anno di liceo e non mi importava niente di sbandierarlo ai quattro venti, né di vantarmene o di vergognarmene.
Ché io la verginità l'avevo persa a tredici anni ad un campeggio a Sturgeon Lake.

Non mi era mai interessato mettere in atto strani giochetti, scoprire il sedere o emettere risolini acuti per attirare l'attenzione dei ragazzi, perché ero ben consapevole di non averne bisogno.

Non mi ritenevo una persona particolarmente attraente, ma sicuramente la maggior parte dei ragazzi della mia scuola mi trovava irraggiungibile e, in qualche modo, questo li attirava a me come calamite.

Non che mi sentissi superiore a loro, ma non mi interessava Joshua, del secondo anno sbarbato e con i muscoli acerbi che in un moto impavido mi aveva chiesto di scopare nel bagno del primo piano durante l'ora di filosofia. Neppure Zac, del quinto anno come me, che mi aveva dato ripetizioni di storia e mi aveva chiesto di uscire impappinando le parole.

I ragazzini a cui bastava uno stacco di coscia per farselo venire duro, non mi interessavano. Né mi interessava innamorarmi di qualcuno che al massimo avrebbe potuto offrirmi una cena scadente al McDonald e quattro paroline dolci lette in qualche testo di una canzone.

Innocence [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora