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La pioggia. Per me molti è un semplice agente atmosferico fastidioso, che provoca mal di testa e confusione. Crea scompiglio e per qualche ragione sembra mandare il mondo e le persone nel pallone.
Ma a Kim Yunhee piaceva la pioggia. Amava camminare per le strade di Seoul e osservare le gocce infrangersi sull'asfalto. Guardare quei cerchi perfetti crearsi nelle pozzanghere e le luci della città riflettersi in esse.
Per lei la pioggia era come una doccia per la città. Come quando sei stanco e l'unica cosa che vuoi fare è infilarti sotto a quel getto d'acqua calda e lavare via ogni pensiero e lasciare la giornata pesante alle spalle.
Ma quella mattina a Yunhee la pioggia proprio non piaceva. Correva veloce verso la fermata della metropolitana cercando di non far volare via il suo ombrello, che comunque serviva a ben poco dato che la pioggia cadeva davvero violentemente.
- Mi scusi - disse urtando una donna. Era sempre puntuale ma quella mattina la sveglia aveva deciso di non suonare, impedendole di prendere la solita metro delle 7:15 e la pioggia aveva peggiorato il tutto: le persone con gli ombrelli le impedivano di correre, erano tutti più lenti perché attenti a non finire in qualche pozzanghera.
Anche Jung Jaehyun stava correndo verso la fermata della metropolitana. Amava la pioggia, soprattutto quando andava a correre lungo il fiume Han o quando faceva due tiri a basket nel parchetto vicino casa. Correva cercando di tenere il capuccio in testa ma a ben poco serviva, i capelli erano già completamente zuppi. Non usava quasi mai l'ombrello ma quella mattina si era pentito di non averlo preso: la pioggia era davvero troppo forte.
Era in ritardo, come sempre, ma quel giorno aveva un esame importante e non poteva permettersi di arrivare fuori orario.
Si passò una mano tra i capelli quando imboccò le scale della metro mentre con l'altra mano cercava nervosamente la tessera nella tasca del bomber nero.
Yunhee sfrecciò verso i tornelli. Nell'aria si poteva udire il brusio delle persone che probabilmente si stavano lamentando della pioggia, lo scricchiolio delle scarpe bagnate a contatto con il pavimento e il sordo bip dei tornelli.
Velocemente corse giù per le scale ma si bloccò quando vide la banchina colma di persone in attesa.
Jaehyun sospirò sollevando il capo verso il tabellone, mentre a passo incerto si faceva largo tra la folla.
Improvvisamente la voce metallica riempì la banchina, azzittendo i presenti.
A causa della forte pioggia si erano verificati diversi blackout, avendo ripercussioni sul traffico e sui treni.
- No, no, no - esclamò Yunhee in preda al panico. Afferrò il cellulare e chiamò Daehyun, la sua compagna di corso.
- Dove diavolo sei? L'esame sta per iniziare - sussurrò la ragazza dall'altro lato del telefono.
Yunhee alzò lo sguardo verso il tabellone spiegandole la situazione.
- Non so a che ora arrivo. Non lo so, qui hanno detto che è tutto bloccato - disse Jaehyun al suo compagno che sembrava più in ansia di lui.
Dopo diversi minuti di attesa, il primo treno freno davanti ai loro occhi.
Jaehyun fece uno scatto quando vide le porte aprirsi: non poteva permettersi di perdere quella metro.
- Oh mi scusi signorina - esclamò un uomo vestito elegantemente quando calpestò, per l'ennesima volta, il piede a Yunhee che, di tutta risposta, si limitò a sorridere educatamente anche se avrebbe voluto urlargli di aggrapparsi ai sostegni piuttosto che messaggiare furiosamente.
- Andiamo. Andiamo - ripeteva nervosamente Jaehyun tenendo lo sguardo fisso sulla cartina della metro contando e ricontando quante fermate mancavano. Una donna lo guardò infastidita, così lui scrollò le spalle.
- Ho un esame. Sono in ansia, okay? - disse tornando con lo sguardo sulla cartina e lasciando la donna perplessa.
Le porte della metro si aprirono. Yunhee imboccò le scale mobili lanciando lo sguardo all'ora sul suo cellulare.
- Occhio - esclamò Jaehyun salendo le scale due alla volta e per poco non scivolò quando svoltò l'angolo che portava ai tornelli.
- Andiamo! - disse infastidita Yunhee quando la tessera fu rifiutata. La strofinò contro al suo giubotto di jeans per poi ripassarla sul lettore e sospirare quando vide il tornello aprirsi.
La pioggia non aveva smesso di cadere sulla città. Il cortile della Seoul Public University era vuoto come non mai, complice il tempo e l'orario.
Jaehyun salì gli ultimi scalini che portavano alla facoltà di arte e architettura e si precipitò ad afferrar la porta a vetri che si stava per chiudere.
Yunhee, che aveva aperto la porta velocemente, la lasciò andare, non curante del fatto che qualcuno si trovasse dietro di lei.
Imboccò le scale ad ovest, convinta che fosse il percorso più breve per raggiungere l'aula.
- Avrei dovuto salire dall'altro lato - esclamò a sé stesso Jaehyun mentre correva lungo il corridoio est.
Posò la mano sulla maniglia e l'aprì velocemente.
- Mi scusi per il ritardo! - esclamarono all'unisono i due ragazzi che si trovavano sull'uscio. In quel precisono momento, mentre erano chini, i loro occhi si incontrarono, rendendosi conto di aver aperto contemporaneamente la stessa porta. Ma poco importava, la voce del professore Choi attirò la loro attenzione.
- Del suo ritardo non mi sorprendo Jung - esordì puntando gli occhi su Jaehyun.
- Ma lei signorina Kim - disse spostando lo sguardo su Yunhee che abbassò il capo.
- Come mai questo ritardo signori? - chiese osservandoli ed entrambi, senza nemmeno rendersi conto, risposero all'unisono.
- La pioggia! -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2021 ⏰

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Blame the rain // Jung Jaehyun NCTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora