Parte 1 senza titolo

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La pioggia stava scendendo incessantemente da tre ore ormai e la piccola Emily la osservava con ammirazione. Le piaceva la pioggia, poichè sapeva che quasi sempre quest'ultima portava sul cielo un bellissimo arcobaleno. Ma allo stesso tempo aveva qualcosa di malinconico, come se il cielo stesse piangendo, il rumore della pioggia a volte le ricordava dei lamenti.

Emily sussultò appena vide un lampo squarciare il cielo pieno di nubi grigiastre, ma non aveva paura, aveva con sè il suo orsacchiotto Mr. Biney che l'avrebbe protetta da ogni male. Era semplicemente accoccolata sul letto e coperta fino al mento, ignara di tutto ciò che sarebbe accaduto da lì in poco tempo...

Agente Howard si svegliò nel cuore della notte per via dei lampi e dei tuoni, non ne aveva paura ma dopo vent'anni di servizio in polizia locale qualsiasi rumore lo faceva stare sveglio. Si passò una mano tra i capelli e si girò per controllare se sua moglie Caroline stesse ancora dormendo. Le accarezzò i capelli guardandola con adorazione, lo affascinava osservarla dormire, era così tranquilla come se nulla potesse accadere. A volte gli capitava di chiedersi come faceva a sopportarlo con i suoi orari molto spesso indecenti e quel poco tempo libero sempre a dormire o a fumare. Mai in questi 20 anni lei si è lamentata, lo supportava e gli dava la forza per proseguire. Di conseguenza lui aveva un profondo rispetto per lei e non le faceva mai mancare nulla.

Si alzò dal letto e una volta infilate le ciabatte si diresse verso le scale, andò fino in cucina per prendere il pacchetto delle malboro rosse e un accendino. Camminò poi verso una delle grandi finestre del soggiorno e guardò fuori. Il cielo pareva minaccioso, le nubi nere sembravano crescere sempre di più fino ad inghiottire ogni pezzetto del cielo notturno. Non c'era luce, non c'era vita, se non per quei pochi istanti in cui un lampo percorreva il cielo e illuminava tutto il mondo circostante. Era abituato a questo tipo di tempo, a Phoenix vi erano dei temporali di continuo ma questa volta fu diverso. Sentiva un nodo nella gola e aveva un brutto presentimento, in cuor suo sapeva che qualcosa di brutto era accaduto. Nel corso degli anni ha imparato a dare importanza al suo fiuto, sapeva che era una cosa inspiegabile per molti ma per lui era una certezza.

Ed ecco che il telefono fisso in cucina suonò, proprio come temeva. Spense la sigaretta e si precipitò in cucina non volendo che il rumore svegliasse sua moglie.

"Pronto?" rispose con voce rocca trattenendo il respiro.

"Howard, abbiamo bisogno di te, una bambina è scomparsa" disse la voce dall'altra parte.

"arrivo subito" disse prima di attaccare.

L'agente Howard corse fino alla camera a prendere il necessario e a vestirsi , in casi come questo non c'era tempo da perdere.

Il tragitto verso la stazione di polizia era più lungo del previsto poiché una settimana fa avevano iniziato i lavori in strada che non erano ancora stati finiti. Dopo essersi fermato all'ennesimo semaforo rosso decise di accendersi una sigaretta, era in ansia. Provava quella strana sensazione allo stomaco, non era la prima volta. La pioggia continuava a colpire violentemente il parabrezza e a stento riusciva a vedere il colore del semaforo che cambiava. Quando finalmente vide il verde partì più velocemente possibile, sapeva che in casi come questo l'essenziale era non perdere il tempo. Ogni minuto poteva essere cruciale.

Una volta arrivato buttò il mozzicone della sigaretta per terra e corse fino alla porta. C'erano molte più macchine rispetto alle altre sere e soprattutto vista l'ora. Aveva il nodo alla gola ma continuava a camminare a passo svelto fino alla porta rossa lasciata aperta. Era la stanza degli inizi, o almeno è così che erano soliti chiamarla. Si trattava di uno spazio dedicato completamente alle ricerche, vi era una lavagna magnetica, molti tavoli rotondi e tanti altri oggetti. Appena entrato notò che sulla lavagna erano già state attaccate le fotografie della piccola Emily. La riconobbe subito poiché in una cittadina piccola come quella si conoscevano tutti tra di loro. Ma appena notò la foto raffigurante la cameretta della piccola perse un battito.

" Non è possibile" pensò tra sé e sé, non può- . Lo sceriffo Benski interruppe i suoi pensieri e confermò ciò che già temeva.

"Ben, è tornato" disse lo sceriffo emettendo un piccolo sospiro. Doveva essere stanco, era notte fonda e lui non era più un giovanotto. A confermarlo erano le occhiaie violacee e il forte odore di caffè che emanava. Per un attimo pensò che la città era fortunata ad avere uno sceriffo come lui che per 27 anni aveva servito senza mai lamentarsi, a tutte le ore del giorno.

"non è possibile" sussurrò l'agente Howard ma quando riguardò la foto dovette accettare la dura verità.

Quest'ultima ritraeva una piccola cameretta con le pareti viola, un letto a baldacchino e qualche mobile bianco con sopra dei giocattoli, niente di particolare fino a qui. Solo guardando attentamente si notava un piccolo orsacchiotto posizionato davanti alla finestra con la faccia rivolta verso fuori. Sapeva che cosa volesse dire, ci era già passato molti anni fa. Gli venivano i brividi solo a ripensarci.

" Ma Flinn è in carcere" disse l'agente Howard guardando lo sceriffo

" Abbiamo già controllato, lui è dentro ma devi ammettere che la scena è la stessa e come ben sai i particolari dei casi di trent'anni fa non sono di dominio pubblico" disse lo sceriffo toccandosi i baffi ben curati. Ben sapeva che i baffi erano una delle sue più grandi soddisfazioni, al punto da portarsi quelle piccole forbicine per spuntarseli sempre con sé. Lo trovava esilarante come la maggior parte dei suoi colleghi d'altronde.

"non capisco allora, siamo sicuri che non si tratti solo di un caso?" chiese Howard speranzoso.

"la bambina ha a malapena 7 anni, è sparita dalla sua cameretta di notte e nessuno se n'è accorto. La porta di casa era rimasta chiusa a chiave per tutta la notte e non c'erano segni di effrazione da nessuna parte. E semplicemente svanita nel nulla Ben." Sospirò lo sceriffo.

Agente Howard si guardò disperatamente in giro cercando altri indizi che facessero passare quel maledetto peluche in secondo luogo ma non riuscì a individuare nient'altro. Decise che il giorno seguente ci sarebbe andato, se il suo presentimento era vero avrebbe trovato qualcos'altro. Lasciavano sempre qualcosa...

Sono i casi come questi che ti lasciano un segno, che ti divorano da dentro. Ammettere che al mondo ci sono delle persone tanto pazze e malvage da rapire una povera bambina è sempre difficile. Ti senti in colpa per non averlo previsto, per non aver fatto niente e persino perché hai lasciato quel mostro a piede libero. Alcuni potrebbero pensare si tratti di un caso come molti altri ma agente Howard ormai non aveva dubbi, la storia si stava ripetendo.

A distrarlo dai suoi pensieri fu Katrine, una sua collega che gli stava portando una tazza di caffè fumante, la notte si prosperava molto lunga.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2022 ⏰

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