Capitolo 6 - Derek

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Eravamo da poco partiti. Sophie e Martha, a pochi metri da noi, continuavano a chiacchierare e a ridere tra loro, mentre Sarah non aveva ancora aperto bocca.

Provavo una strana sensazione a stare così vicino a lei, con le sue braccia salde intorno alla mia vita per non cadere ed il suo respiro che mi solleticava il collo provocandomi mille brividi in tutto il corpo.

"Posso farti una domanda?" mi chiese ad un certo punto Sarah.
"Sì, certo!" risposi un po' titubante.
"Ehm... stavo pensando... è da prima che me lo stavo chiedendo... ehm... sì, beh..." indugio. Ero consapevole dell'effetto che avevo sulle ragazze e la trovavo buffa in quel momento mentre cercava di pormi una semplice domanda.

Mi girai, la guardai e le sorrisi, cercando di farle capire con lo sguardo che poteva parlare tranquillamente e non doveva avere timore di niente. Mi domandai come dovevano averla trattata per tanto tempo le persone che la circondavano per renderla sempre così insicura.

Sembrò capire cosa le stavo dicendo, infatti i suoi occhi si illuminarono e le sue guance si arrossarono.

Era bellissima.

Quando sentii Martha ridere per qualcosa che Sophie le aveva detto mi rigirai in avanti spezzando quel momento magico appena avvenuto tra noi.

"Cosa vuol dire “Ci serve una pausa dalla nostra vita”?", domandò stavolta diretta.
Mi irrigidii. Possibile che si ricordava così bene quello che avevo detto poco prima e a cui avevo sperato non facesse caso?

"<Niente, lascia perdere" risposi in fretta. Sperai che smettesse di pensarci, ma sfortunatamente lei non sembrava una di quelle persone che dimenticavano facilmente.

Non volevo spiegarle il significato di quella frase, mi sarei dovuto esporre troppo, raccontarle la mia vita, ma non volevo. Non volevo farle conoscere il mio brutto passato, non volevo che conoscesse la mia schifosa vita. Sapevo bene cosa si celava dietro a quella frase che mi era uscita dalla bocca senza volerlo: volevo allontanarmi da quella casa, dai miei genitori, dai miei obblighi e dalla mia futura moglie.
Cavolo! Mi saliva il nervoso solo a pensarla. Presto mi sarei sposato e avrei avuto ancora più obblighi di quelli che già avevo.

Quella mattina, quando avevo deciso di fare un giro a cavallo, avevo già preso in considerazione l'idea di fuggire per qualche giorno, avevo bisogno di una pausa, ma non sapevo dove andare o cosa fare, poi ho incontrato lei.

Presto mia madre, non vedendoci tornare, avrebbe mandato centinaia di uomini a cercarci se non ci avesse visto rientrare per la cena, ma in quel momento non volevo pensare a niente. Volevo solo godermi quel momento di libertà, godermi lei.

Mi accorsi di aver usato un tono freddo, troppo freddo, quando lei allentò le braccia intorno al mio corpo. Senza nemmeno rendermene conto, presi le sue mani e me le strinsi di nuovo intorno ai miei fianchi, volevo sentirla vicina.

"Allora, raccontami un po' di te" le chiesi cercando di non risultare freddo e distaccato, volevo davvero conoscerla meglio.

"Oh, beh, non c'è molto da dire..."

"Io credo di sì, invece. Ognuno di noi ha una storia da raccontare, bella o brutta che sia" la incalzai.

"Mmh.. come già sai vivo con mia sorella Sophie – incominciò- beh, in realtà non è proprio mia sorella".
Mi incupii.
"Ma avevi detto che eravate sorelle!" la interruppi.
"Per me è come se lo fosse. I suoi genitori sono morti quando lei era molto piccola e mia mamma la accolse in casa nostra. Da allora è mia sorella" mi rispose fissando la persona in questione.

Dopo un attimo di pausa continuò. Mi raccontò di come aveva preparato il viaggio per raggiungere sua madre nei minimi dettagli (nonostante io glieli avessi stravolti tutti). Rimasi ad ascoltarla come imbambolato dalla sua voce così dolce e mi dimenticai di tutto il resto.

Quando finì di parlare, le feci una domanda un po' azzardata, sapevo che non le sarebbe piaciuto parlare di lui, ma volevo sapere tutto di lei, anche la parte brutta della sua vita.
"E di tuo pad... ehm... del signor Alfred Williams, che mi dici?"

Si irrigidì.
Solo dopo un po' parlò.

"All'inizio era un buon padre, quando c'era ancora la mamma", iniziò e la sentii tirare su con il naso. Mi girai e vidi che una piccola lacrima stava scendendo dalla sua guancia e così avvicinai il pollice al suo volto e la asciugai. Alzò gli occhi, puntandoli nei miei, e mi rivolse un piccolo sorriso.

"Tutto cambiò quando si mise in testa che non voleva più Anne, così la cacciò di casa e noi diventammo sue serve" si fermò ed inspirò a fondo. Ormai non mi interessava più guardare la strada, stavo continuando a guardare lei. Sapevo che Tormenta non aveva bisogno di me per seguire Selvaggia.

"La situazione peggiorò quando arrivarono la nuova moglie di mio padre e le tre vipere. Incominciarono a trattarmi malissimo, a loro non importavo niente, ero solo la loro serva. Mi assegnavano i lavori più pesanti e umilianti. Mi deridevano continuamente. Fino a che non resistetti più e partii."
"Chi sono le tre vipere?" le chiesi sorridendo per quel soprannome buffo, anche se dentro di me stavo piangendo per come la sua vita fosse uno schifo.
"Le figlie di Karen, Lydia, la primogenita, Jocelyn e Shantel, la più piccola" rispose senza pensarci.

In quel momento diventai di ghiaccio.

No.

Non poteva essere vero.

Sarah si rabbuiò ripensando a quello che aveva appena detto. Stavamo pensando alla stessa cosa.

Lydia era l'imbucata della festa e Jocelyn...

In quel momento capii tutto e... mi odiai.

Mi odiai per aver scelto Jocelyn come mia futura moglie.

Mi odiai per non aver collegato prima Alfred a Jocelyn.

E odiai Jocelyn per la persona che era e per aver rovinato Sarah, quella piccola fanciulla intimorita che in pochissimo tempo era diventata il centro del mio mondo.


----spazio autrice----
Ecco a voi un nuovo capitoloooooo❤❤ fatemi sapere cosa ne pensate.
Purtroppo questi sono un po' capitoli di passaggio in cui non succede un granché, ma mi servono per introdurre la storia e quello che tra poco accadrà (😏).
Presto revisionerò questi primi capitoli cercando il più possibile di seguire i vostri suggerimenti.

Grazie, Simo ❤

Sette giorni di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora