IL RISVEGLIO

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Il vento del mattino pervadeva la mia pelle bianca, un leggero raggio di sole colpì il mio polso. Mi alzai delicatamente dal mio letto, potevo ancora percepire quel forte senso di sonnolenza che mi rendeva difficile poter aprire gli occhi. C'era così tanto silenzio nel mio appartamento che potevo percepire, che non c'era nessuno ad aspettarmi per fare colazione. Scesi i dieci gradini che mi separavano dalla mia stanza alla cucina ed accesi la macchinetta del caffè, che per mia fortuna era ancora calda probabilmente i miei genitori avevano fatto colazione prima di andare a lavoro. Mi imbambolai ad osservare dalla finestra, il cielo cupo che aveva appena aperto quella giornata e mi persi in quelle foglie che cadevano ondeggiando sull'asfalto, era arrivato l'autunno. Presa dalle mie considerazioni mattutine, persi la cognizione del tempo e come mio solito, feci tardi a scuola. Iniziai a correre come una trottola per la casa, sorseggiando quel caffè che forse, a breve sarebbe diventato gelido se non l'avessi bevuto immediatamente. Feci i gradini a passi di due per giungere in camera mia e prendere casualmente dall'armadio dei vestiti senza abbinare, effettivamente i colori in quanto quei calzini erano verdi. Misi una giacca di pelle nera, ignorando i gradi esterni della temperatura, incrociai il mio riflesso dalla finestra della mia camera e sembravo Mercoledì Adams sbuffai e corsi verso la porta di casa.                                               Sembrava che tutto procedesse per il verso giusto; i vicini continuavano a spettegolare degli altri vicini, i pullman non passavano puntuali  e come mio solito avrei dovuto camminare per molti chilometri sperando di arrivare in tempo ma qualcosa attirò la mia attenzione.

Sul marciapiedi opposto al mio, vidi dinanzi ad un enorme villetta bianca con un giardino all'inglese delle macchine della polizia e la Signora Coraline che io ed i miei amici abbiamo sempre chiamato la signora in rosso per il suo modo di vestire ma soprattutto per i lunghi capelli rossi. Da lontano riuscii a percepire che stesse  piangendo disperatamente, aveva in mano un fazzoletto sporco di rossetto e a tratti sembrava si perdesse nel vuoto osservando il cemento. Proseguii per la mia strada domandandomi  il perchè di quella situazione  ma non sarebbe passato molto tempo dalla risposta, arrivata a scuola c'erano gruppi di ragazzi con in mano i cellulari a fotografare non so cosa erano tutti ammassati e la mia altezza non era d'aiuto, la mia curiosità fu interrotta quando qualcuno toccò la mia spalla.

Mi girai bruscamente, era Leah la ragazza che conoscevo da una vita accompagnata da Claudius suo fratello gemello erano entrambi molto alti ed avevano dei capelli cosi biondi che a tratti sembravano bianchi, senza salutarli chiesi tutto d'un fiato "Cosa sta succedendo?".                        La risposta me la diede Ros uno dei migliori amici di Claudius, ne ero follemente innamorata da quando facevamo le feste a casa di Leah a carnevale ma a quanto pare ai suoi occhi ero solo Mercoledì Adams, ad un certo punto ho anche iniziato a sospettare dei suoi orientamenti sessuali, ogni mia azione per attirare la sua attenzione, si volatilizzava nel lulla. Quella mattina indossava un maglioncino nero che gli definiva il corpo non muscoloso ma sano e una giacca nera che lo rendeva, più affascinante del solito. La mia visione angelica di quel ragazzo con tanto di violini immaginari, fu interrotta quando Ros disse "Sono tre giorni che Andrew non è tornato a casa".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2021 ⏰

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