Non sarebbe bastata tutta la gioia del mondo per illuminare le giornate che gli studenti passavano dentro le aule, a volte era il cielo nuvoloso era più brillante dei volti degli studenti. è triste pensare e ricordarsi degli anni più belli dell'adolescenza dentro al posto più odiato dalla maggior parte di coloro che ci stanno dentro. E non si parla solo di alunni. Gli insegnanti di ogni ordine e grado hanno fatto diventare il luogo in cui dovevano dare un senso ai loro studi, un luogo in cui trasmettono il peso della loro vita non realizzatasi, influenzando il pessimismo già esistente di povere teste incoscienti, ancora non addestrate alla dura realtà che è la società odierna.
Per non parlare del personale risiedente nelle segreterie, sapeste quanti soldi avrei oggi se avessi conservato una moneta da 2£ ogni volta che non mi fecero una fotocopia. L'unica salvezza dalle giornate pesanti erano i bidelli, avevano sempre quella gioia nascosta da baffi o occhiali, che ti faceva capire che anche nel peggiore degli ambienti troverai una via di fuga. E l'ho sempre tenuto a mente per ricordarmi di come in ogni situazione avrei sempre potuto trovare uno spiraglio di felicità.
Se solo ai tempi avessi saputo che quei banchi mi sarebbero mancati tanto da ritornarci una volta laureata forse li avrei trattati meglio, ci sono poche possibilità che i banchi del mio liceo siano stati sostituiti negli ultimi due secoli; ma è bello così. Sui banchi c'è scritta la storia di intere generazioni, stili di vita, slang, modi di dire.
Chissà cosa penseranno oggi i ragazzi che leggeranno "ke kretina la mia amiketta kiara!". Avranno avuto i brividi e santificato il banco affinché qualisasì entità sgrammatica e imbarazzante potesse allontanarsi e non contaminare le loro verifiche. Ma sui quei banchi iniziò la mia storia e su nuovi continuerà.
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10 e lode
Romanceciò che descrivo è ciò che scrivo, se pesni che la vita scolastica sia difficile penso tu sia nel posto giusto.