Buio. Il pavimento è freddo e umido. E' liscio, non scivoloso come le piastrelle, crea attrito come il cemento.
Gelo. Non è il freddo il problema, punge un po' ma è piacevole, come una bottiglia di acqua ghiacciata sulla fronte dopo una corsa.
Dolore. Il mio cuore sanguina, sanguina da ore, forse giorni, ma sono ancora vivo. Condannato a soffrire per l'eternità. Ho i brividi, non sento più le dita dei piedi, la gola dole agognando acqua ma l'unica cosa che la inumidisce è il sangue. Sangue caldo. Gli occhi bruciano in seguito alla privazione del sonno. La mente però è sempre lucida e soffre ogni secondo di più. Ad ogni minimo movimento le costole rotte non si fanno dimenticare. I polmoni bruciano ricolmi di sangue: non respiro. Nonostante i miei bronchi siano intasati e tutti i liquidi del mio corpo al posto sbagliato, non muoio. Sembra che niente mi possa salvare. Sono incurabile: le ossa spezzate, i muscoli strappati, gli occhi offuscati e le dita staccate. Ugualmente non posso morire per dare fine alle mie sofferenze. Quando perdo ogni speranza una flebile luce si fa strada nella stanza fino a diventare forte come il sole negandomi anche la vista. Piango violentemente, fino a fare sanguinare anche i condotti lacrimali. Sono stanco, voglio morire. Voglio morire. Voglio morire.
Un zampettio. Si sono avvicinati degli animali. Banchettano con le mie viscere fino a sazietà. Ne arrivano altri. Li sento correre su e giù per tutto il mio corpo. Urlo fino a rompermi le corde vocali. Ma nessuno mi salverà. Magari se mi mangiano anche il cervello potrò passare all'altro mondo. Ma non azzardano. Divorano tutto fino alle ossa, lasciandomi la testa intatta. Tutte le mie membra sono sparite, al contrario di quanto sperato, continuo a sentire dolori lancinanti.
Caldo: tanto caldo. La temperatura aumenta notevolmente. Tutto brucia, sento il crepitio del fuoco che divampa. Io sono collocato al suo centro: ogni singola cellula rimasta grida disperatamente. Nessuno le può sentire. Nessuno tranne me. La mia mente reclama pietà senza successo. Sono solo e inerme, come un una tartaruga appena nata mentre attraversa la spiaggia per arrivare al mare.