«Hai ordinato un toast anche per me?»
«Sì, per te e la Paola - il tea alla pesca per Marcello e sei spritz.»
«La prossima volta pago io, eh, mica farai sempre te il gran signore!»
Alessandro gli molla una pacca discreta sul costume bagnato e raggiunge il resto della compagnia sulla terrazzina fronte mare.
Malik stringe le labbra infastidito e torna a parlare con la ragazza dietro al bancone.
Sono sei mesi che sta con Alessandro ma non si sente felice, come se la magia fosse finita prima del previsto.
Si baciano, frequentano locali e amici, si va a casa di uno o dell'altro - si fa sesso. In cambio Malik sente di ottenere un tiepido sentimento che non sa ricambiare.
Ascolta a stento Erika - figlia della proprietaria del baracchino - che dice che porta tutto lei e ritorna sui propri passi, decisamente di cattivo umore.
No, non può essere amore il loro. Eppure, si siede vicino al ragazzo e lascia che la mano di lui si stringa alla propria sotto il tavolo. Resiste quanto può prima di liberarsi di quella presa capace solo di far crescere sempre più il malessere che sente dentro di sé.
Si abbassa gli occhiali da sole sul naso e si guarda intorno - si sta parlando della Sabrina che si è fatto l'ennesimo bagnino dello stabilimento, capirai che gran discorsi.
Intorno a loro ci sono tutti i tesserati con le famiglie. Bambini e poco più che strillano per il gelato, per un altro tuffo, madri che li adocchiano da sotto l'ombrellone e si godono una sigaretta chiacchierando con le amiche - mariti che parlano di calcio e lavoro qualche tavolo più in là, bicchieri ghiacciati e pance di birra tese.
E poi ci sono loro – Malik si è accorto della loro presenza da un paio di giorni, li cerca quando ha bisogno di distogliere l'attenzione dai propri problemi sentimentali.
Sono quasi sempre tre. Tutti cotti dal sole, la pelle un po' cadente nei punti critici, capelli tinti per ingannare solo se stessi, qualcuno al naturale. Slippino succinto o boxer corto bianco accecante, come se tra il costume da bagno e l'intimo non ci fosse differenza e in realtà così è.
Al ragazzo piacciono per certi versi. Sono la "vecchia generazione" con relazioni portate avanti per anni nel silenzio e nella riservatezza, quelli con mogli e figli e l'amante con cui farsi la partita di tennis e il bicchiere di vino a casa di lui, dove non si finiva solo a chiacchierare sul divano.
Le lotte contro la vergogna, il bisogno di identità e diritti, il rifiuto della famiglia e l'abbandono. L'amore in un appartamento camera e cucina e nient'altro, perdere il lavoro per essere ciò che si è, dover ricostruire tutto d'accapo, ma insieme, uno la forza portante del proprio compagno.
Di certo quella di Malik è la versione molto romantica di una lotta amara di cui non si è mai molto informato, ma che ha permesso alla sua generazione di poter essere gay alla luce del sole senza dover per forza temere il linciaggio.
Tornando al tavolo "delle vecchie megere" come Alessandro tanto si è divertito a soprannominarli, uno di loro affascina Malik più degli altri. Ha i Ray-Ban Aviator probabilmente originali e tutto di lui è elegante, la muscolatura ancora ben formata nonostante la rilassatezza dell'età – non riesce a dargli più di sessantatré, sessantacinque anni – il viso sbarbato e un'espressione perenne di silenzio. Lo vede ogni tanto muovere le labbra, sottili e morbide, ma non è mai stato così vicino da sentire che voce abbia.
Chissà se era un rubacuori con trent'anni in meno. Forse ha fatto il militare, quella cosa della gavetta obbligatoria, l'uniforme calzargli così bene da far girare la testa persino ai compagni di camerata.

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OLD GENERATION
ContoSeconda storia breve della TRILOGIA ESTATE 2020. Due generazioni si incontrano per una breve notte. Non si conoscono. Non si conosceranno. Ma uno avrà quello di cui l'altro ha bisogno. Una fugace parentesi che solo l'estate può rendere possibile.