Parassita

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Ho dimenticato molte cose di recente. L'ho già detto da qualche parte ma ad ogni modo, non ricordo come ci si addormenta, che colore hanno gli occhi di voi altri... Mi dimentico spesso di rispondere a domande di base, soprattutto se la persona a pormele non è fisicamente presente. Mi chiedono come va e io di solito rispondo dopo dieci secondi, senza nemmeno farlo apposta.
"Bene." Dico. A volte non li guardo nemmeno negli occhi. Mento.

Non credo di saper fare più molte cose. Prendo tempo, racimolo una quantità immane di forze per pronunciare due sillabe e lascio gli altri pendere dalle mie labbra con preoccupazione, mentre mi sento mangiare dentro. Credo sia difficile per loro avere a che fare con me. Non li biasimo se si sentono male. Non è colpa loro in ogni caso.

Mi sembra di star venendo rimpiazzato in questo periodo, è questo, forse.
Se mi sento mangiato dentro, qualcosa deve starsi effettivamente cibando di me. Io lo sento vivo. Ed è come una tenia in testa.
La notte non dormo molto. Provo a curarmi pensando a quello che voglio scrivere, ma la sento muovere sulle pieghe della materia grigia, e mangia. Mi tira via ricordi e interessi. La mattina mi alzo e a stento riconosco che è un nuovo giorno. Controllo i messaggi per capire se effettivamente il tempo va avanti, ma non riesco a mantenere le conversazioni, a dire qualcosa di interessante da spingere i miei amici a rimanere ancora un po'.

Mi mancano i miei amici. Mi impegno molto per ideare piani che mi permettano di stare un po' con loro, anche solo al cellulare.

«Potrei aiutarti a studiare. Gli esami io li ho dati.»

«Chi è online? Gioco un po'.»

«Raga mi è successa questa cosa...» di solito a questo segue una lamentela.

Tra i miei piani c'è anche dire la verità.

«Fra, mi dispiace veramente se ti rispondo solo con uno sticker. Vorrei parlare di più ma non mi viene nulla, nulla che sia interessante.»

Alla fine però non attuo nessuno di questi e invio solo un cuore giallo.

Ho un parassita in testa che mi sta un po' togliendo tutto ma a 'sto punto non so dire se il parassita non sia io. Non mi comporto più come prima. Non parlo più molto e le persone che non vorrei perse come lo sono io, mi scivolano via dalle mani come sabbia. Vorrei trattenerle di più, ma credo di star mostrando il contrario. Per questo credo sia difficile per loro.

Solo che io provo tanta fatica. La provo anche a scrivere, ora, del presente. Ne avevo di aneddoti inutili da rendere interessanti, ma tutto quello che accade ora, con ciò che si è mangiato il parassita, mi sembra l'unica cosa sia rimasta per me. Eppure non voglio parlare del presente perché lo trovo apparso dal nulla, scollegato da qualsiasi cosa io fossi prima. Non ricordo quando è nata la tenia, non mi ricordo quando ho iniziato a cambiare, quando ho smesso di dormire, quando ho ricominciato a farmi dire da sconosciuti di farmi forza e che ci sono un sacco di cose belle per evitare di star giù.

Ho paura di uscire nel mondo ancora una volta e non essere più in grado di cambiare. Perché se non ricordo quando è nata la tenia allora potrebbe anche esserci sempre stata. Se non ricordo quali siano i miei pregi, come ero prima di tutto questo, come parlavo con gli altri, allora potrei non riuscire a cambiare più. Potrei essere veramente io il parassita.

Ho guardato tanto il soffitto di camera mia in questo periodo e tutto quello che sento è il trasformarsi del mio cervello in una mela, in cibo per qualcos'altro. Ma alla fine che differenza fa? Se sono il nutrimento per un verme che non vedo, allora chi mi dice che sia un verme e che non sia io? Ero talmente abituato alla vita di prima che ignoro la possibilità che chi mi stia mangiando, sia proprio un'altra parte di me.

Non mi ricordo nulla in 'sti giorni. Non mi ricordo tanti miei pezzi, non mi ricordo come dovrei essere e non so se è giusto che mi senta così, che non sappia più rispondere a niente.
Mi mancano i miei amici, mangiare schifezze in locali angusti e far degenerare il mio corpo prima della mia mente.
Mi manca non dover dirti «Chissà quando sarà la prossima volta che ci vediamo io e te.» Jada.

Mi manca un po' tutto e mi manco un po' anche io. Sarà che scarseggia il cibo ormai.

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