Irriverente

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"Nessuno di voi sa elencarmi le differenze tra una radice di carex rupestris e carex strigosa?"
Piton contò mentalmente fino a dieci , il tempo necessario affinché gli studenti del quinto anno potessero azionare il cervello e formulare la risposta.
Seduto alla cattedra, il pozionista passò in rassegna i volti degli alunni immaginando che nessuno di loro potesse fornirgli l'esatta definizione richiesta.
Una mano svettò verso l'alto cercando di invadere il suo campo visivo catturando la sua attenzione, Piton ignorò senza bisogno di incrociare lo sguardo della sua studentessa.
"Nessuno?"
"La Carex Ruprestris più comunemente nota come carice delle creste è utilizzata per diversi infusi magici con finalità curative, facilmente reperibile."
La voce di Hermione Granger aveva squarciato il silenzio, Piton spostò lentamente le iridi sulla petulante figura della castana intenta a parlare dando chiaro sfoggio delle sue conoscenze.
"La Carex Strigorosa o Carice delle frassinete è utilizzata per le composizioni di antidoti."
Non era la prima volta che Hermione prendeva la parola non interpellata, ormai Piton aveva perso il conto di quante volte s'era visto costretto a togliere dei punti alla sua casata pur di insegnarle il rispetto della sua posizione, ma a quanto pareva Hermione non aveva recepito correttamente il messaggio.
Hermione tenne lo sguardo puntato in quello di Piton mentre quello con lentezza estrema si levava in piedi distanziandosi dal leggio usato come cattedra.
Di tutti gli insegnati, Severus Piton era quello che più di tutti incuteva nella grifondoro; non appena finì di parlare si diede mentalmente della sciocca per aver preso la parola senza l'espresso consenso del professore che sempre più lentamente superava i banchi intenzionato a raggiungerla.
Con poche falcate Piton fu di fronte alla studentessa che ritratta sul posto scappò dal suo sguardo.
Hermione respirò la tensione farle vibrare il respiro e i muscoli contratti, nessun sibilo distruggeva l'atmosfera divenuta tediante perché tutti in quella classe erano a conoscenza della tempesta che da lì a poco si sarebbe scatenata contro Hermione Granger.
I più impavidi guardavano Piton, i più timorosi speravano di non trovarsi mai nella sua situazione della strega.
"Provi gusto, signorina Granger, a saperne più dei tuoi colleghi?"
Hermione non replicò intrappolata nel senso di colpa, levò gli occhi contro quelli del mago aspettando che la mettesse in ridicolo colpendola con ripetuti affondi verbali.
"E' evidente questo tuo bisogno di apparire più degli altri ostentando definizioni come fossi un pappagallo ben istruito" Piton giurò d'aver visto Hermione trasalire di fronte a quell'accusa, ma seppe che non avrebbe mai avuto coraggio di rispondere.
"Trenta punti in meno ai grifondoro. Forse questa volta, Granger, imparerai a stare con la lingua saldamente ferma. E se sento un sussurro di disapprovazione levarsi da voi grifondoro, aumenterò la punizione con il doppio dei punti."
Hermione percepì la rabbia montarle dentro, l'orgoglio ferito l'aiuto a non chinare il capo e rintanarsi nelle sue inutili cogitazioni. Piangere sul latte versato non avrebbe aiutato Hermione a scrollarsi di dosso il peso dell'infamia che Piton le aveva vomitato addosso.
Doveva esserci abituata ai modi poco educati del capo dei serpeverde, ma ogni volta le pareva di non avere indosso una corazza salda che impedisse al docente di ferirla laddove si presentava più debole.
Nessuno fiatò dopo quella scena, occhi curiosi gravitavano smaniosi di qualche reazione sul volto di Hermione che si dimostrò granitico non filtrando l'astio che si solidificava in lei a ogni respiro.
"Voglio due pergamene sulla preparazione di antidoti del XVI secolo entro domani. Non accetto proroghe. Sono stato abbastanza chiaro?"
Gli studenti annuirono all'unisono e con un cenno del capo Piton li congedò tutti tranne lei.
"Granger, tu rimani qui" il tono di Piton non ammetteva un diniego, Harry e Ron guardarono Hermione desiderando ardentemente poter rimanere con lei, ma Piton sopraggiunse nei loro pensieri prima che questi divenissero frasi compiute.
"Solamente lei."
Ron e Harry le scivolarono accanto lanciando a Piton occhiatacce cariche di rancore, Hermione rimase ritta in piedi in attesa che il docente dicesse o facesse qualcosa.
Il pozionista arpionò la propria bacchetta di betulla e con un colpo secco del polso la porta alle spalle della grifondoro si chiuse con forza.
"Avvicinati, Granger."
Come un automa priva di volontà Hermione eseguì senza replicare all'ordine imposto da Piton e quando gli fu davanti ne sostenne lo sguardo scuro.
"Mi dica, professor Piton."
"Devo ancora comprendere se la tua sia vanagloria o narcisismo, Granger."
"Solo questo ha da dirmi?"
Piton piegò appena le labbra in un sorriso sarcastico e ignorando la sua domanda proseguì il suo ragionamento. "In entrambi i casi, Granger, le punizioni finora assegnate non sembrano aver sortito alcun effetto su di te. Il tuo sguardo è carico di risentimento, una fiera ferita pronta ad attaccare."
Hermione sentì le guance diventare roventi mentre, nascoste le mani dietro la schiena, scaricava la tensione sui palmi. Se l'odio avesse avuto per Hermione Granger un volto e un'identità in quel momento sarebbe stato il volto del professore di pozioni che aveva davanti.
"E questo non mi piace."
"Non le piace cosa, professore?"
"Il tuo sguardo è irriverente, Granger. Non sai stare al tuo posto."
"Il mio sguardo non è affatto come dice lei!" Hermione ribatté con energia sporgendosi appena in avanti poggiando di scatto le mani sul leggio del professore il quale, facendo scattare la lingua sul palato, sembrava innervosito da quella presa di posizione.
"Non sei nella facoltà di giudicarti" disse Piton piano cadenzato ogni sillaba, Hermione stringeva il bordo del leggio tanto da imbiancare le nocche "hai tanto da imparare, ragazzina, l'educazione in primis."
"Lei ...Lei..." non riuscì a formulare niente di compito perché la mente di Hermione era tanto annebbiata che la voce uscì tremula e la frase incompleta.
"Io, signorina Granger?" la incoraggiò Piton a continuare mentre con uno scatto veloce si era alzato e le stringeva i polsi saldamente nei suoi.
"Io non sono irriverente!"
"Oh sei molto di più" l'uomo disse a denti stretti "irriverente e sciocca nel pensare che la tua intelligenza possa attrarre le mie attenzioni in qualche modo. Ti avevo avvertito di startene zitta e tu cosa fai? L'esatto opposto, Hermione Granger. Come dovrei definirti?"
La ragazzina impattò contro il suo petto nel vano tentativo di liberarsi da quel gioco pericoloso.
"La prima volta può essere un caso, la seconda volta uno sbaglio dettato dall'età... ma la terza volta, Granger?" le sussurrò aumentando la stretta attorno ai suoi piccoli polsi sporgendosi verso l'orecchio della ragazza "Non è un caso."
Hermione trasalì al tono di voce roco che le aveva stuzzicato la pelle.
"Non è un gioco che mi piace. Non continuare a farlo. Altrimenti dovrò punirti, Granger."
"Lo ha già fatto" rispose Hermione con poca energia mentre percepiva la stretta attorno ai polsi mutare in una carezza ancora peggiore.
"Toglierti punti? Non essere sciocca per davvero, Hermione..." ribatté Piton mentre con la destra corse lungo la sua fluente capigliatura mossa per stringerla in pugno costringendo la grifondoro a guardarlo negli occhi. Non c'era paura né astio d'essere stata messa in ridicolo di fronte alla classe, ma solamente un osceno desiderio in quegli specchi brillanti.
Piton aveva compreso che Hermione Granger s'era presa una bella sbandata per lui quando aveva cercato spasmodicamente di attrarre la sua attenzione e quando non si divertiva a essere una insopportabile 'so tutto io' eccola intenta a guardarlo in maniera disdicevole per una alunna del suo calibro.
Piton l'aveva punita, respinta, messa in ricolo e allontana ma questo non aveva sortito l'effetto sperato.
"Dovresti smetterla di essere così irriverente" le sussurrò Piton aumentando la stretta attorno ai suoi capelli "Hai capito, Hermione?"
Come una foglia agitata dal vento Hermione tremava fra le sue braccia.
Non la paura perché Piton non sarebbe mai stato capace di farle del male fisico a scuoterla, ma un insopportabile desiderio che quel contatto non finisse.
"Perché mi ha fermata?"
"Perché avevo da dirti quanto t'ho detto."
Di scatto Piton mollò la stretta attorno ai suoi capelli sentendo la mano bruciare per essersi avvicinato così tanto alla sua studentessa. "Ora va" disse imperioso Piton, ma Hermione rimase immobile là, di fronte al mago.
"Non mi hai sentito? Ti ho detto di andare!"
"E se non rispettassi questo suo ordine?"
Piton smontò gli occhi al cielo cercando di mantenere la calma, ma Hermione di fronte sé sembrava tallonare la sua pazienza con estrema facilità.
"Vattene, adesso."
"No."
"Irriverente" Hermione provò un insano brivido nel vedere una sinistra luce accendersi negli occhi del docente. "Irriverente..." ripeté Piton percependo le labbra secche.
"Non me ne andrò."
"Irriverente" gridò l'uomo che come una furia si abbatté sulla Granger che ottenne la sua piccola vittoria nel vederlo crollare addosso. "Devo insegnarti un po' di rispetto?"
Piton le ringhiò contro mentre la stringeva fra le braccia per poi sbatterla contro il leggio.
Non c'era dolcezza, non poteva esserci sentimento, era solo un malsano desiderio avrebbero detto l'insegnante e l'alunna quando la furia amativa fosse cessata.
Era insano desiderare una alunna di vent'anni più giovane si ripeteva Piton mentre le mordeva le labbra con solo intendo di sentirne il dolce sapore.
Era folle desiderare il proprio professore di pozioni di vent'anni più vecchio si ripeteva Hermione mentre cercava la sua bocca aspra.
I corpi aderirono l'uno contro l'altro rumorosamente e Piton faticò a riconoscere se stesso in quell'intreccio di lingue.
Detestava quella grifondoro per essere stata capace di impossessarsi della sua mente dandogli così accesso al suo corpo fresco ma per quanto il risentimento dell'uomo fosse profondo il desiderio di 'insegnarle le buone maniere' aveva la meglio.
Si baciarono per lunghi minuti e quasi esamini si staccarono, Hermione sorrise al mago compiaciuta della sua sconfitta.
"Cos'hai da ridere?"
"La prima volta può essere un caso, la seconda uno sbaglio, ma la terza?" ripeté Hermione canzonando le parole prima dette da Piton, ma quello non sembrò accettare lo scherzo; agguantato il collo della ragazza con una mano Piton lo strinse appena.
"Hai voglia di fare la spiritosa, Granger?"
"Mi risponda" più faceva così più Piton perdeva la pazienza, con un gesto rapido le morse il collo facendola capitolare stesa sulla scrivania.
"Vanagloria, narcisismo o autodistruzione?" le domandò tracciando con la bocca il collo niveo della ragazza trovando sotto la punta della lingua una vena esposta che pulsava con vigore, le assestò un altro morso facendo ben attenzione a non marchiare la sua pelle candida.
La prima volta era stato frutto del caso per come l'aveva intesa Piton e subito dimenticata, la seconda volta che si era ritrovato Hermione fra le braccia era frutto di un madornale sbaglio complice l'odore del suo corpo profumato, ma adesso?
Si chiedeva perché si divertiva a sentire la piccola e inerme Granger gemere sotto il peso del proprio corpo, inerme di fronte ai suoi denti.
Forse l'idea d'eccitarla lo stuzzicava più di quanto dava a vedere o ancora perché l'idea che Hermione avesse proprio lui nelle fantasie era una scusante accettabile per spingersi ora a scoprire i suoi piccoli quanto reattivi seni.
Liberata della casacca dei grifondoro, tolta la cravatta e spogliata di tutto ciò che aveva indosso di superfluo, Piton guardava i capezzoli di Hermione ritti di fronte al suo sguardo provando insaziabile fame.
"Mi sta guardando con desiderio" disse timidamente Hermione mentre si agitava come una colomba sotto il peso dell'orso scuro che era Piton.
"Si dia il caso che sia un uomo" commentò avvicinando il volto verso quella carne calda che cosparse di baci.
Hermione urlò sonoramente ma Piton corse con una mano a tapparle la bocca.
"Vuoi che ci sentano, dannazione!?"
Più le torturava i capezzoli, più quella gemeva incontrollatamente dunque si ritrovò costretto a staccarsi da quei seni deliziosi. "Devi tacere, Hermione... Altrimenti se qualcuno dovesse vederti cosa direbbero di te?" le disse calmo mentre con due dita le violava la bocca lasciando che la ragazza succhiasse con vigore alimentando le sue fantasie.
"Là, a pochi passi, i tuoi compagni ti stanno aspettando e tu sei qui, a gambe aperte, aspettando d'essere scopata da me. Che scandalo..."
Più Piton parlava, più Hermione si eccitava.
Modulata la voce, calda e roca, Piton le si fece vicino al volto esortandola a succhiare con ancora più energia le sue dita.
"Hermione Granger... che si lascia scopare dal suo insegnante di pozioni. Ti pare una bella cosa?"
Staccò le dita dalla sua bocca giusto in tempo per dare ad Hermione facoltà di parlare. "La prego..." arricchita dal piacere la voce fu un tuffo al cuore per Piton che si spinse con energia su quel corpo braccando la sua preda.
"Mi preghi di continuare? Vuoi che ci sentano? Rischi d'essere espulsa lo sai? Ma è naturale che tu lo sappia, non c'è cosa che tu non sappia in quella testolina che hai..." una sorta di bizzarro complimento a metà tra verità e sarcasmo era uscito fuori dalla bocca di Piton che tornava a tormentarle i seni ora con le mani.
"Controllati... Non gemere."
Un urlo si strozzò nella bocca di Hermione e Piton annuì: era così che doveva essere.
Quando Piton le alzò la gonna e la liberò dalla calze per sfiorarla fra le gambe Hermione crollò di nuovo vittima del piacere gemendo contro il capo del pozionista.
"Non ci riesci, proprio..." disse ridacchiando mentre le sfiorava l'intimo pregno di umori caldi " a non gridare. Devo pensare che l'idea che qualcuno sappia di noi ti piaccia, Hermione?"
'Noi'... Hermione lo ripeté nella testa lasciando che questo ingolfasse il suo piacere per non soffermarsi eccessivamente su quelle dita che si spingevano fra le pieghe della sua carne.
Come poteva esistere un 'noi' in una situazione come quella?
Era sesso, nient'altro si ripeté Hermione che strappata ai suoi pensieri sentì le dita fresche di Piton intrufolarsi nell'anfratto bagnato; sussultò sul posto ma il professore la tenne ferma a sé mentre si pressava con energia in lei per prepararla a dovere.
Gemette innumerevoli volte strozzando la voce in una serie di baci rabbiosi che portavano con sé l'inconfessabile voglia d'essere amanti.
"Sei bagnata a dovere, Hermione" le sussurrò Piton dopo l'ennesima spinta in lei alla quale il suo sesso rispose stringendosi attorno alle dita di lui le quali lentamente uscirono da lei. Il rumore sordo della cerniera abbassata e un sospiro pesante fecero capire a Hermione che Piton s'era liberato l'erezione pulsante e si stesse dedicando al suo stesso piacere. Dischiuse le gambe per stringerlo all'interno mentre con la mano correva verso il suo turgore caldo. Quando Hermione lo ebbe in mano sentì quando prepotente fosse il desiderio del suo docente, ma a giudicare da come Piton la stesse guardando non fece commenti di alcuna natura dedicandosi solamente a stimolarlo lentamente sulla punta scoperta e ricoperta dalla pelle.
Piton ansimò a denti stretti a ogni movimento del polso di Hermione.
Il sesso pulsava, venoso e duro, nella mano della Granger che iniziava ad avere una certa dimestichezza con quella veloce masturbazione.
"Si direbbe che le piace..."
"Zitta."
"E anche tanto..." continuò lei strofinando con due dita la punta scoperta e lucida di piacere, l'uomo gemette a voce alta conscio d'esserle stato debole.
Poi Piton la prese fra le braccia distendendola meglio sulla cattedra, fra appunti e fogli, con la testa sul suo registro di classe; la guardò sovrastandola mentre avvicinava la punta del proprio membro duro alle sue labbra non prima d'averla stimolata sul clitoride gonfio. Lei spremette fuori umori che imperlavano il membro di Piton ormai pronto a farla sua.
"Ora stai zitta, per davvero, Hermione" le ordinò abbassandosi verso di lei congiungendo i loro sessi e con una spinta del bacino valicò le sue labbra che si aprirono al passaggio del turgore spesso.
Hermione gridò appena.
Piton si ritrovò nell'infelice posizione di dover salvaguardare entrambi e farla gemere ancora di più.
La mente non ebbe potere sul corpo e con una spinta serrata le fu dentro per intero.
Hermione gridò e lui la non fermò beandosi di quell'urlo acuto.
"Ci sentiranno" le sussurrò lui pressandosi contro le sue pareti. "Ma a te non importa..." le fece notare mentre lei arpionava il suo collo "no che non importa...irriverente e sconsiderata Hermione Granger" commentò facendo leva sulle sue spalle con ancora più forza.
La prese, senza pretesa di pensare a cosa fosse giusto o sbagliato o riflettere sul dopo.
Sentiva il proprio membro stretto nel caldo abbraccio dell'intimità di lei e seppe di non poterne fare a meno.
Le stringeva i seni mordendole la bocca a più riprese mentre sfogava su di lei quell'insana voglia che lo tormentava da settimane.
Lei si piegava all'uomo e ai suoi ritmi, ma quell'intimità stretta pareva ormai al limite dopo appena poche spinte.
Rimaneva pur sempre una ragazzina pensò Piton, ma questo non lo fermò dal farsela con ancora più vigore lasciando che Hermione, arpionata a lui, lo possedesse come forse nessuna donna prima di lei.
Lily non c'era, finalmente.
Hermione si era imposta nella sua mente e nel suo desiderio e la detestava per questo, ma più le si spingeva dentro, più sentiva che non ne avrebbe fatto a meno di quello stretto pertugio che a ogni spinta sembrava chiudersi in uno spasmo.
"Brava..." la incitò quando percepì Hermione serrare i muscoli sotto di sé.
Quello era il segnale che Piton aspettava.
Ancora una spinta più forte, una seconda più lenta fino ad esserle fuori e poi di scatto dentro.
La punta del membro gonfio si pressava fino alla fine della sua intimità schiudendole le pareti.
"Granger... "
"S-Severus..." aveva un sapore strano il suo nome biascicato dal suo piacere
Hermione giunse all'orgasmo ben prima di lui, ma non le diede requie e continuò fino a quando percepì il suo sesso gonfiarsi in quell'intimità lucida e calda.
"No!" gli sussurrò Hermione quando le fu fuori.
"Non essere sciocca..." commentò Piton occupandosi di quel sesso bisognoso di piacere. Hermione fu lesta a raccogliergli il membro pulsante e imponendosi con un movimento veloce lasciò che Piton le si riversasse sulla mano con caldi schizzi di sperma.

"Ricordati di parlare solo quando interpellata, Granger."
Piton si assise al leggio guardando Hermione sfilare via dai suoi occhi.
"Irriverente. Ti sia di lezione, Hermione" commentò a denti stretti mentre si ricordò di appuntare i trenta punti in meno ai grifondoro.

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