꒰☕꒱ 𝙡𝙞𝙩𝙩𝙡𝙚 𝙩𝙝𝙞𝙣𝙜𝙨;; 𝘬𝘶𝘳𝘰𝘬𝘦𝘯

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Kuroo guardava fuori dal finestrino.
Il paesaggio correva veloce davanti ai suoi occhi, ma questo non riusciva a rendere la vista di quelle trafficate strade di Tokyo meno magnifico.
Il sole, che stava ormai tramontando, dipingeva di spettacolari sfumature rosse e arancioni il cielo.
Il vento soffiava, com'era giusto che fosse agli inizi di ottobre, e portava con sé fiori e foglie secche staccatesi chissà da quanto dagli alberi.

Kuroo sentiva il rumore che produceva il treno riempirgli la mente, come una sorta di melodia ipnotica. Era entrato in una specie di torpore, in cui tutto gli sembrava estremamente calmo e rilassante.

Si era anche dimenticato di avere di fianco Kenma, almeno fino a quando questo non appoggiò delicatamente la testa sulla sua spalla, ad occhi chiusi.

Kuroo posò lo sguardo sul biondo e sorrise. Era così maledettamente carino.
Alzò un braccio, per andare ad accarezzare piano i capelli dell'altro.
"Kenma" sussurrò, avvicinandosi al suo viso.
Il biondo non rispose e Kuroo sorrise ancora.
Era letteralmente crollato. E Tetsuro sospettava fosse a causa del pesante allenamento al quale il coach li aveva sottoposti quel pomeriggio, dove Kenma non aveva fatto altro che lamentarsi, dando la colpa di tutto all'incapacità di Lev (a Kuroo faceva un po' pena, Haiba, sembrava proprio che il piccolo Kenma ce l'avesse con lui).
E ora, non essendo abituato a tutto quello sforzo, il magro corpicino dell'alzatore non aveva retto e si era abbandonato alle braccia di morfeo e alla spalla muscolosa di Kuroo.

Il maggiore intrecciò le proprie dita con quelle dell'altro e appoggiò la fronte sui suoi capelli, chiudendo gli occhi.
Inspirò il suo profumo, sapeva di torta di mele e caramello.
Strana combinazione, pensò Tetsuro.

Kuroo si lasciò cullare da quell'odore e dalla musica che udiva appena, proveniente dagli auricolari che Kenma si era ficcato nelle orecchie non appena avevano messo piede in stazione.

Mentre il treno sferragliava, portandoli ogni secondo più vicini alle loro case, Kuroo si rese conto che Kenma era tutto il suo mondo. Era nei suoi pensieri la mattina presto, il pomeriggio e la sera. Mentre si faceva il caffè, mentre si allenava, a volte anche mentre era sotto la doccia e si, potete pensare male.
C'erano alcuni giorni in cui Kuroo non riusciva nemmeno a seguire le lezioni, se ne stava semplicemente lì, con una mano sotto il mento, lo sguardo rivolto fuori dalla finestra, a pensare a quanto fosse bello il biondo e a quanto gli mancasse averlo vicino.

Si, strano a pensarlo, ma Kuroo era quello che si dice "un'inguaribile romantico". Amava coccolare Kenma, cenare con lui in un ristorante che probabilmente non poteva neanche permettersi, presentarsi sotto casa sua con dei fiori e fargli regali senza un motivo preciso.
Erano tutti piccoli e insignificanti gesti, "non è niente di che" era quello che diceva sempre dopo aver portato a Kenma il nuovo videogioco che voleva, ma che non si comprava, per non buttare quel mistero stipendio che portava a casa col suo lavoro part-time nel bar vicino alla scuola.
Ma erano proprio quei piccoli gesti a tenere insieme la loro relazione, perché ogni volta che Kuroo faceva qualcosa di dolce e le labbra di Kenma si aprivano in un bellissimo sorriso, Tetsuro si diceva che ne era valsa la pena.

Kuroo si costrinse ad aprire gli occhi quando sentì l'autoparlante annunciare che erano vicini alla loro fermata.
Si voltò verso il più piccolo e un po' gli dispiacque doverlo svegliare.

"Ehi gattino siamo quasi arrivati" biascicò, anche lui alquanto esausto, accarezzando uno degli zigomi pallidi di Kenma.

Questo mugugnò, in segno di disapprovazione ma poi aprì piano gli occhi, uno alla volta e si strusciò un po' su Kuroo prima di alzare la testa.

Uscirono dalla stazione strisciando i piedi a terra, in rituale silenzio, entrambi troppo stanchi anche solo per provare a pensare di intavolare una conversazione.

𝙞𝙣𝙨𝙤𝙢𝙣𝙞𝙖 | 𝐡𝐚𝐢𝐤𝐲𝐮𝐮 𝐨𝐧𝐞𝐬𝐡𝐨𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora