Capitolo 1

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"Quanto sei emozionata da uno a 10?"
"Quanti anni ho, sette?"
"Dai, non fare la dura! Sto solo scherzando. So che ti è sempre piaciuto il primo giorno di scuola."
"E sai bene. Tu, invece? Quanto sei felice da uno a 10 di rivedere il tuo fidanzatino?"
"Delia!"
"Fidanzatino? Ellie, ci nascondi qualcosa?"
"Ma ti pare, mamma? Delia sta solo scherzando" disse Elizabeth lanciando uno sguardo di fuoco alla sorella.

La colazione volgeva al termine, così come la conversazione delle due sorelle.
La più grande, Elizabeth, avrebbe cominciato il sesto anno, mentre la sorella più piccola, Delia, il terzo anno della scuola secondaria.

"Delia, sbrigati, non vorrai fare tardi!"
Un rapido sguardo alla chioma rossa nello specchio e la ragazza si precipitò in strada per non perdere il bus.
Si era svegliata con un presentimento, quella mattina.
Aveva sempre adorato particolarmente il primo giorno di scuola, ma sentiva che quello sarebbe stato ancora meglio del normale.

* * *

Appena varcato il cancello, il silenzio e la calma della strada si tramutarono in schiamazzi e grida di saluto da parte degli studenti che si ritrovavano.
Si respirava nell'aria il sapore dell'estate appena passata, apparentemente non intenzionata ad andarsene.

Camminando lentamente verso l'ingresso, Delia pensava a quel luogo, a come fosse sempre uguale, e a come, molto probabilmente, lo sarebbe stato anche di lì a molti anni.
Non le dispiaceva che la scuola fosse ricominciata.
Aveva passato un'estate complessivamente bella ma vuota, priva di quelle "avventure" che tutti sognano di vivere durante le vacanze.
Per questo, al contrario di molti, entrò nello stabile con un sorriso stampato in faccia.

* * *

"Buongiorno ragazzi, che piacere rivedervi! Avete passato una bella estate?" chiese la professoressa appena entrata in classe.
Qualche sussurro arrivò dalle prime file, qualche "bene" appena accennato.
"Mi fa piacere!" rispose con trasporto.
A quanto pareva, era entusiasta di ricominciare la routine anche con una classe di zombie.

"Come ben saprete, quest'anno per voi è molto importante. Dovrete impegnarvi al massimo e fare tutto il possibile per essere eccellenti."
Non fece quasi in tempo a finire questa frase che la porta si spalancò e sulla soglia si materializzò un ragazzo.

Lì per lì Delia pensò fosse uno scherzo.
Lo fissò per qualche secondo, esterrefatta, poi si accorse degli occhi.
Anche da lontano si notava la loro particolarità.
Non erano verdi. Non erano neanche azzurri.
Erano un perfetto connubio dei due colori, e sembravano fatti d'acqua: li vedeva incresparsi come se lambiti da invisibili onde.
Il colorito era molto pallido, cosa abbastanza comune da quelle parti.
I capelli neri davano l'impressione di non vedere un pettine da molto tempo, ma, constatò Delia, stava di sicuro meglio così.

"Ah bene, ragazzi, aspettavo solo questo momento per poter cominciare ufficialmente. Questo è Jack Welsh, si è appena trasferito dall'Inghilterra. Fatelo sentire a suo agio, mi raccomando!"

Il ragazzo, che intanto si era ripreso dal fiatone della corsa, dopo un timido sorriso rivolto alla classe si era trovato un posto a sedere.
Una fila e una colonna davanti a lei.

Delia non riuscì a concentrarsi seriamente, quella mattina, e anche per il resto della giornata.
I suoi pensieri erano tutti incentrati su quel ragazzo misterioso, che non aveva mai aperto bocca.
E che aveva irrimediabilmente catturato la sua attenzione.

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