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Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it’s the only thing that I know

Hermione si trovava davanti alla porta della stanza da letto di Ron.
Le cose tra loro andavano bene; ma non aveva bisogno di lui. Doveva parlare con Harry.
Dopo la battaglia si era chiuso in sé stesso. Proprio come George, in effetti. Ma la ragazza sapeva che non avrebbe mai potuto aiutare in nessuno modo quest'ultimo.
Harry, invece, lui lo conosceva molto bene.
Bussò e la voce di Ron borbottò subito un «Avanti».
Quando la vide gli si illuminarono gli occhi, ma la ragazza non ci fece caso. «Mi dispiace disturbarti..stavo cercando Harry» pronunciò l'ultima parte un po' incerta. Non si poteva certo dire che Ron non fosse mai stato geloso di lei e dell'amico.
Come a confermare la sua incertezza, il sorriso di Ron scomparve e, al suo posto, improvvisamente, ci fu un'espressione rude. Simile a quelle che gli aveva lanciato quando c'era Viktor Krum. «È fuori.» disse piatto
«Grazie» tentò invano di fargli fare anche un accenno di sorriso, ma il ragazzo non sembrava intenzionato a dirle altro, così giro sui tacchi e uscì in giardino. Con Ron avrebbe parlato più tardi.
Proprio come le aveva detto il rosso, Harry era fuori, nel giardino della Tana sotto un albero. Fissava il vuoto e strappava qualche ciuffo d'erba vicino a lui.
La ragazza non esitò e si sedette vicino a quello che ormai considerava un fratello.
«Ei». Si accorse che non era molto propenso al rispondere, o ad avere una qualunque conversazione ma Hermione non si arrese. «Harry..so di non essere Ginny..—era l'unico con cui si era aperto un minimo—ma voglio parlarti» il moro la guardò e lei si rese conto che aveva gli occhi umidi, probabilmente aveva pianto.
«Herm non è il momento»
«Ci sarà mai un momento?» appuntò e il ragazzo si rese conto che non aveva senso impedirle di parlare. Lo avrebbe fatto lo stesso in ogni caso, e, in ogni caso, non sarebbe cambiato nulla in lui.
«Allora parlami» non riuscì a controllare il tono irritato della voce «ripetimi le stesse cose che mi hanno ripetuto tutti. Ron, i signori Weasley, Ginny...tutti. Avanti» non aveva mai visto il suo migliore amico così, non l'aveva mai trattata così.
Mai, nonostante tutto.
«Se pensi davvero che io sia qui solo per fare da pappagallo tolgo il disturbo» disse irritata, con lo stesso tono tagliente che aveva avuto con lei. Era andata lì per aiutarlo, come avrebbe fatto ogni sorella che si rispetti d'altronde.
‘Ottimo, sono riuscito a rispondere male anche ad Herm’ pensò il moro.
Quante persone avrebbe dovuto perdere, prima di rendersi conto di tutti i casini che stava combinando? Sperò che la sua migliore amica non se ne andasse come aveva fatto Ginny.
Anche lei era andata a parlargli, nonostante tutto quello che le aveva fatto passare. E anche a lei aveva risposto male. Non sapeva più controllarsi.
Contro ogni sua regola morale (era particolarmente orgoglioso e avrebbe rifatto tutte le sue azioni), decise di scusarsi. Non poteva perdere anche lei. Sua sorella.
Hermione, fortunatamente, riuscì a sentirlo prima di alzarsi ed andarsene. «Tranquillo, hai ragione d'altra parte. Sono davvero qui per dirti quello che pensi ma credevo che avrei potuto aiutarti.» si permise di aggiungere «in quanto tua sorella». La abbracciò. Nessuno dei due se l'era aspettato. ‘Non mi odia’ aveva pensato Harry alle sue parole e, negli anni a venire, si chiese come aveva fatto a farsi addirittura venire il dubbio.
Parlarono per quelle che parvero ore Hermione tranquillizzò Harry sotto molti punti di vista: dal ‘se mi fossi consegnato prima Fred non sarebbe morto’ al ‘Ginny non vorrà mai più avere a che fare con me’.
Alla fine della loro chiacchierata, Hermione fu fiera di sé. Harry le sembrava addirittura maturato!
Tornarono insieme alla Tana solo quando la signora Weasley li chiamò avvertendoli che la cena era servita in tavola. Ma quando Hermione vide lo sguardo di Ron non fu più molto felice di aver raggiunto il suo obiettivo. Gli si sedette accanto, sperando in un qualsiasi accenno di conversione ma lui era ammutolito.
La cena fu molto silenziosa, nessuno aveva intenzione di parlare. Hermione notò che Harry lanciava occhiate a Ginny e le fece piacere pensare che almeno loro, magari, avrebbero potuto essere felici, visto che non vedeva più molta speranza per lei e Ron. Neache la guardava, aveva lo sguardo fisso sul piatto.
Dopo aver mangiato la torta di mele della signora Weasley, salirono di sopra ma Hermione, entrata in camera di Ginevra, trovò non solo l'amica, ma anche Harry. Si girarono quando entrò in camera e la riccia era sicura che fosse un discorso importante, erano giorni che quei due non spiccicavano parola. Decise,allora, che la cosa migliore sarebbe stata salire ed andare in camera di Ron, avrebbero potuto parlare anche loro.
Per la seconda volta in quel giorno, si ritrovò a bussare alla camera di quella persona che, da sette anni a quella parte, era il suo migliore amico.
Per la seconda volta un «Avanti» le diede il permesso di entrare.
Per—all'incirca—la milionesima volta, gli occhi del ragazzo stravaccato sul letto si illuminarono quando la persona che, da sette anni a quella parte, era la sua migliore amica entrò.
«Possiamo parlare?» gli chiese quest'ultima in un tono che sarebbe potuto essere definito come “dolce”. Ma l'altro, non riuscì a concentrarsi sul tono della riccia, nonostante i suoi sentimenti, pensava a come era stato quel pomeriggio mentre guardava lei e il suo migliore amico dalla sua finestra, a come era stato in tutti quegli anni mentre li guardava vicini—troppo vicini.

“È come una sorella, le voglio bene come una sorella. E credo che per lei sia la stessa cosa”

Si ripeteva la frase che gli aveva detto Harry ogni volta. Ma in quel momento non gli importava più. Esplose.
«E di cosa dovremmo parlare?» le rispose in tono aggressivo «Del fatto che anche tu, come tutti, mi hai sempre visto come “l'amico rosso di Potter”? Ma..fammi indovinare..sei venuta qui solo per dirmi che, come ogni volta, ho esagerato? Per dirmi che devo smetterla di prendermela, no?»
Dire che Hermione era sconvolta era poco. Troppo poco.
«Sei serio? Ero venuta per stare un po' con te..ho visto la tua faccia oggi pomeriggio quando ti ho chiesto dove si trovasse Harry. Inoltre, non ti ho mai considerato “l'amico rosso di Potter”. Non lo farei mai. In ogni caso, se preferisci me ne vado»
Ron voleva ribattere,
risponderle che non gli sarebbe importato se se ne fosse andata.
Ma non ci riuscì.
Non riuscì nemmeno a pensare ad una frase adatta.
Voleva che rimanesse con lui.
Che rimanesse con lui per sempre.
Ma aveva combinato un bel casino quella volta. Certo, ne aveva combinati di più gravi, di molto più gravi, ma si era promesso di smetterla di prendersela per queste cose.
La porta della camera sbatté rumorosamente: Hermione, non sentendo nessuna risposta, se n'era andata pensando che davvero il ragazzo non la volesse con lui.
E il ragazzo si detestò. Si detestò perché era riuscito a rovinare tutto, un'altra volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 29, 2021 ⏰

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