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Tutti dicono sempre "vorrei vivere come una principessa o come un principe", pensando ai privilegi che questi possiedono:  come gli abiti migliori, il cibo migliore.
Il non dover pensare alle faccende di casa, non sporcarsi mai le mani; ma se solo sapessero quanto è noiosa la vita di un reale.
Sempre a seguire le regole che sono imposte, sempre stare attenti a non sbilanciarsi, le buone maniere.
La vita dei reali non sarà mai come quella dei contadini che sgobbano nei campi dalla mattina alla sera è vero, ma sempre meglio di rimanere in casa o a feste piu che noiose dove si parla solamente del rango sociale, dei beni che si possiedono.
La superficialità che regna in quel mondo è ampia, quasi quanto la falsità che si nasconde dietro i sorrisi di cortesia.
E per un ragazzo come Taehyumg è tutto talmente soffocante, per un anima come la sua, uno spirito libero con un carattere non facile da gestire.
Uno come lui, che in questo momento, invece che ascoltare i noiosi discorso della madre; non che regina, sul ricevimento per lei di cattivo gusto della scorsa sera che si era tenuta a palazzo; guarda fuori dalla finestra verso il bosco che si erge oltre la loro tenuta.
Molte volte ha desiderato esplorare quei posti per lui così ricchi ma allo stesso tempo proibiti.
" Non è posto per gente del tuo rango "questo gli dicevano i suoi genitori,  quindi per lui non è altro che un sogno, solo una volta ci aveva provato ma fu subito raggiunto dalle guardie che lo riportarono a palazzo dove lo attendeva suo padre visibilmente arrabbiato.
Ricevette una bella lavata di capo, con tanto di punizione, che consisteva nello studiare un intero libro sulla loro famiglia; composto da 1234 pagine.
Una noia mortale per lui.
«Taehyung mi stai ascoltando?» disse attirando la sua attenzione «Scusi madre, ero distratto» dice il principe forzando un sorriso.
«Sempre con la testa tra le nuvole stai Taehyung, a cosa pensi?» sospirò, ormai sapeva com'era suo figlio e non faceva più nulla per cambiarlo.
L'importante è che si ricordasse che ci fossero dei limiti in tutto ciò che faceva.
«A nulla, solo vorrei poter andare un po' a cavallo se mi è permesso» disse Taehyung trovando la prima scusa che gli viene in mente pur di uscire per un po' all'aria fresca del giorno, invece che stare tra quelle quattro mura.
Anche se in realtà lui amava andare al galoppo con il suo cavallo beige e dalla criniera bianca come il latte, Flika, la sua cavalla puro sangue a cui teneva da impazzire.
Ci perdeva le ore con lei, pensando che avrebbe potuto girare mare e monti in groppa al suo cavallo senza mai fermarsi.
«D'accordo, ma non allontanarti troppo, fino al lago e torna prima del tramonto» disse sua madre bevendo elegantemente, come solo lei sapeva fare, un sorso del suo the «Grazie madre, con permesso» la ringraziò Taehyung alzandosi e dopo un leggero inchino uscì di corsa dalla stanza, iniziando a correre per i corridoi del palazzo diretto verso le stalle.
Aveva orami diciassette anni, per alcuni era ancora un ragazzo, anche se in quel mondo a quella età era ora che si trovasse una compagna, la sua conserte.
Ma a Taehyung tutte queste genere di cose non interessavano minimamente, sua madre più volte le aveva presentato qualche ragazza; figlie di qualche duca, conte e via dicendo.
Ma lui le rifiutava tutte, per via della loro superficialità e del modo di sentirsi superiori a tutti e a tutto; per queste le lasciavano anche in malo modo.
Più volte gli era anche capitato il contrario, che qualche fanciulla più timida di confessasse a lui; perché bisogna ammetterlo, Taehyung è indubbiamente un dei ragazzi più affascinanti del reame.
Infatti la sua bellezza, quell'aria così fine i suoi capelli neri, gli occhi di un taglio quasi felino e profondo ma anche dallo sguardo innocente da bravo ragazzo.
Questo faceva si che lui attraesse molte persone, eppure lui non ci faceva mai molto caso, non si vantava mai di questa sua qualità.
Preferiva passare inosservato , anche se essere il figlio del sovrano rendeva questa scelta per nulla semplice.
Per questo si isolava, restava per lo più in biblioteca a leggere, oppure come adesso, andare a cavallo fino al lago e rimanere lì ad osservare l'acqua sotto il suo salice piangente.
«Flika»disse entrando dentro la stalla e lanciando un fischio che era il suo richiamo per la sua cavalla che subito, infatti, rispose con un nitrito avvicinandosi alla recinzione «Ciao bella! Ti sono mancato?» sorrise avvicinandosi  a lei e prendendo il muso del suo cavallo tra le mani, dandole delle carezze.
In risposta il cavallo agitato la testa emettendo vari sbuffo «Si anche tu» le diede un bacio sul muso prima di andare a prendere la sua sella, con le briglie appesa accanto alla recinzione «Oggi c'è una giornata splendida! Faremo un giro del lago» disse aprendo la recinzione per preparare il suo cavallo, che non fece una piega talmente si fidava del suo padrone «Ti serve camminare hai messo su dei chiletti» le diede alcune pacche sulla pancia, non era nuovo il fatto che parlasse da solo con Flika.
Si trovava meglio a parlare con lei, si illudeva del fatto che fosse l'unica ad ascoltarlo davvero, sperando anche che le desse sempre ragione.
Una volta montata la sella su di lei, la prese per le briglie e la portò fuori  per farle respirare aria pura per poi salirle in groppa «Andiamo Flika! Ah!» le diede un calcetto e subito la sua cavalla corse fuori dal grande cancello in ferro battuto, correndo verso la natura.
Taehyung stringeva la briglia tra le mani  galoppando a ritmo, passò sopra al ponte e li incrociò un gruppo di quattro ragazzi diretti verso il palazzo.
E per qualche istante i suoi occhi incontrato quelli del ragazzo che stava a capo del gruppo ed era certo che non avesse mai visto occhi più neri e profondi di quelli.
Lo guardò per poco eppure quello sguardo così serio sembrò quasi lo perforasse, lo studiasse nel profondo.
Quel contatto però venne interrotto quando Taehyung si addentrò nel sentiero che lo avrebbe portato al lago.
Scosse il capo per togliersi quella sensazione di dosso e tornò a concentrarsi sull'aria calda che gli toccava il  volto e gli scompigliava i capelli lunghi, che alla luce del sole tradivano delle sfumature castane.
Chiuse gli occhi, così da godersi appieno le sue sensazione, non preoccupandosi di controllare il cavallo dato che ormai il sentiero lo conosceva; poteva anche perderla e Flika avrebbe ritrovato la strada di casa.
Arrivo al lago e quando Flika rallento fino a fermarsi scese da cavallo, andando verso il suo salice e sedendosi lì sotto; con il cavallo a pochi passi che andava verso l'acqua per dissetarsi e brucare un po' di buona erba. 
Taehyung invece rimaneva a guardare l'acqua davanti a se con i leggero sorriso di pace a luminargli il volto; con le sue dita lunghe ed eleganti sfiorava l'acqua deturpando il suo riflesso.
Quel lago  era così cristallina che poteva vedere i suoi pesci nuotare con quei movimenti eleganti  che lo incantavo ogni volta.  Tanto che più volte si era sentito un po' uno di loro.
I pesci che vivono in un lago non hanno altro posto se non quello, una massa d'acqua lunga chilometri si; ma è sempre la stessa.
E Taehyung si sente così, un pesce costretto a rimanere nei confini del suo palazzo, poche volte era sceso a villaggio e solo quando era bambino quindi non si ricordava molto della vita in paese.
Avrebbe voluto vedere la gente che passeggiava, i panettieri e l'odore del pane appena fatto; il mercato in piazza, le feste e i bambini che corrono per strada.
Lui tutto questo non lo ricorda, ne ha letto solo nei libri.
Quanto avrebbe voluto essere una persona normale.
I suoi pensieri però vennero interrotti da un rumore; come un fruscio tra le foglie proveniente alle sue spalle.
Si giro di scatto sussultando e alzandosi lentamente, avvicinandosi al cavallo; che come lui era attratto dallo stesso rumore.
«Chi c'è?» chiese Taehyung, aguzzando alla vista per cercare di intravedere chi o cosa avesse prodotto quel suono tra gli alberi.
Tese anche l'orecchio per provare a captare qualche altro suono ma ci fu solo silenzio «Sarà..stato il vento» pensò Taehyung eppure sentiva una sensazione per nulla piacevole al petto; aveva come la sensazione che qualcosa lo stesse fissando e questo gli faceva accapponare la pelle.
«Andiamo Flika» disse salendo in groppo e mentre continuando a tenere le piante sotto controllo ripartì verso il palazzo; non sentendosi per nulla tranquillo in quel momento da solo.
Se solo avesse saputo che quella sua sensazione era solo il prologo di una catena di aventi che avrebbero cambiato la sua vita in modo che nemmeno immaginava.

✨✨✨
Salve a tutti/e!
Questo è il primo capitolo di questo nuovo racconto!
Non ho nulla da dire di più se non..buona lettura!
Ps: ci potrebbero essere degli errori!

𝑅𝑂𝑌𝐴𝐿 𝐿𝑂𝑉𝐸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora