welcome to my silly life

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Era arrivata l’ora di uscire.

Amy si mise una canottiera con sopra una camicetta trasparente, dei jeans sbiaditi e delle ballerine.

Sì misi davanti allo specchio sistemandosi i capelli scuri ed osservandosi con i suoi occhi altrettanto scuri. Solita ragazza banale, soliti occhi e solita faccia piena di imperfezioni che non cambia mai. Si mise un po’ di trucco per nascondere le imperfezioni del suo viso. Finito il tutto saluto sua cugina ed uscì.

La ragazza, Amira detta Amy da tutti è metà italiana. I suoi sono della Tunisia e lei come suo fratello e sua sorella sono nati in Italia. Le piace definirsi italiana a differenza dei suoi famigliari.

In questo periodo si trova in Tunisia, per sistemare i documenti per l’università. Venire qui non è stata una mia idea, non voleva finire gli studi in questo modo, ma i suoi le hanno obbligato ad essere qui.

Ha cercato sempre di essere la figlia perfetta per loro e questo ciò che l’ha condannata a vivere come se fosse in una prigione. Tutti i suoi tentavi di sembrare qualcosa ai loro occhi sono sempre falliti.

Il suo corpo, il suo viso, i suoi capelli persino il suo modo di fare ed i suoi studi per loro non sono mai stati soddisfacenti, ma eccola qui ancora una volta a soddisfare una loro voglia per vederli felici.

Un suo difetto quello di pensare alla felicità degli altri e mettere da parte la sua, avvolte porta ad una buona conclusione ed altre volte porta solo dolore.

Fermò un taxi, i soliti taxi gialli malandati della Tunisia, e Sali. Era già pieno quindi ci avrebbe messo un bel po’ ad arrivare alla sua destinazione.

Si sistemò il più lontano possibile dal un uomo con una barba lunga e sudato seduto accanto a se.

Aveva il terrore degli uomini lì. Guardano le donne come se fosse una preda da catturare e torturare a modo loro. Non hanno rispetto per nessuno di sesso femminile. Quando una donna cammina per strada non mancano mai le parole volgari rivolti a lei che sia sposata fidanzata o single. Per loro basta giocare al ruolo del predatore che cerca con i suoi metodi loschi di catturare la sua preda.

Si rannicchio al suo posto il più lontano possibile da lui pregando affinché arrivassi il prima possibile. Guardava fuori dal finestrino ma allo stesso tempo teneva d’occhio l’uomo sussultando ad ogni suo movimento.

Quando arrivò a destinazione, scese di corsa facendo un sospiro di sollievo e dopo avere pagato l’uomo si mise ad aspettare sua cugina.

Quel giorno doveva andare con lei a casa del suo ragazzo. Pranzeranno insieme per poi passare il pomeriggio da lui. Il suo ragazzo vive con il suo migliore amico che Amy ha già incontrato altre volte. Lui è interessante e divertente. Le piace ma non voglie approcci di nessun genere da parte sua.

Vide arrivare sua cugina attaccata al braccio del suo ragazzo sorridente ed impeccabile come sempre.

I suoi genitori hanno sempre messo in confronto lei ed il suo corpo con la cugina. Risultava sempre quella bassa, cicciona e mai adeguata. La sminuivano difronte a lei ed Amy non faceva altro che stare zitta accettando tutto, ingoiando le lacrime che minacciavano di scendere. Arrivò ad odiare se stessa e lo fa tutt’ora. Ormai è diventato tutto parte del suo essere. Riusciva infondo a nascondere tutto.

Guardò sua cugina e sorrise, uno dei miei soliti sorrisi finti fatti per l’occasione.

“Ciao Amy, scusa il ritardo” disse la cugina dandole due baci. Solita gentilezza solito modo impeccabile, solita perfezione che lei non ha, pensa la ragazza.

Sorrise poi salutò il ragazzo alzando la mano e lui ricambio con un cenno della testa. Perfetto come la cugina. Alto al punto giusto, bello al punto giusto, impeccabile come lei.

La ragazza scuote la testa e si limita a seguirli da dietro

“Sarà una giornata bellissima” disse la cugina tutta pimpante baciando il suo ragazzo.

Amy guardò da un'altra parte evitando quella scena e continuò a seguirli non consapevole che in quella casa avrebbe vissuto un incubo che l’avrebbe tormentata per molto.

Kiss Me Like You Wanna Be LovedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora